Si parlerà di Aromaterapia nel corso del workshop che si terrà a Sant’Andrea dello Ionio, venerdì 8 aprile alle ore 16:30, dove esperti provenienti anche da fuori regione prenderanno in esame le “Basi razionali ed appropriatezza terapeutica di una medicina complementare millenaria”.
L’evento, organizzato in collaborazione tra l’ASP di Catanzaro, l’Università della Calabria e l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, darà l’opportunità di esaminare i risultati degli studi clinici sugli effetti dell’Aromaterapia in pazienti con disturbi neurocognitivi.
Gli argomenti saranno trattati dal Prof. Tullio Giraldi, docente dell’Università di Trieste, dal Prof. Alfredo Focà, dell’Università “Magna Graecia”, dalla Prof.ssa Amalia C. Bruni, direttore scientifico del Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, dalla Prof.ssa Rossella Russo, dell’UNICAL. Prenderanno parte all’incontro anche il Direttore generale dell’ASP di Catanzaro, dott. Giuseppe Perri, il sindaco di Sant’Andrea Jonio, Nicola Ramogida, il Presidente dell’Ordine dei medici (CZ), dott. Vincenzo Ciconte e il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti (CZ), dott. Vitaliano Corapi.
“L’aromaterapia – chiarisce il Prof. Giacinto Bagetta, Ordinario di Farmacologia Dipartimento di Farmacia, Scienze della Salute e della Nutrizione Università della Calabria – è una forma specializzata di fitoterapia, che impiega gli olii essenziali estratti da diverse parti di piante aromatiche (lavanda, melissa, bergamotto, ecc.) per la cura di disturbi comportamentali da stress e non solo. Da medicina millenaria, praticata in tutte le civiltà, l’aromaterapia è oggi inserita tra le pratiche terapeutiche complementari alla medicina ufficiale. E’ ormai documentato come essi siano dotati non solo dei ben noti effetti psicologici evocati dall’esperienza olfattiva, ma anche di effetti neuro farmacologici. E’ stato dimostrato che specifici costituenti dell’essenza interagiscono con meccanismi alla base della comunicazione tra neuroni e della stessa loro sopravvivenza nel cervello. Inoltre, da qualche decennio anche la ricerca clinica ha prodotto importanti risultati mediante studi condotti secondo i più rigorosi metodi di ricerca in ambiti clinici in cui notevole è il bisogno di terapie più efficaci e più sicure di quelle attualmente disponibili”.
“Le demenze – afferma l’Ordinario di Farmacologia – colpiscono il 6.4% della popolazione con più di 65 anni di età (circa 800.000 pazienti in Italia) e si calcola che almeno nel 54% dei casi si tratta di demenza di Alzheimer. Gli enormi costi in sofferenza umana per il paziente, la famiglia ed i care givers, insieme al costo annuo per la cura di un paziente con demenza, stimato in circa 60.000 € e di cui il 71% dei costi diretti (circa 11.000 €) è a carico delle famiglie, dà la dimensione sociale della malattia”.
“La demenza – spiega ancora il Prof. Bagetta – colpisce la sfera cognitiva (memoria, linguaggio, percezione o cognizione sociale etc.) dell’individuo per la quale la terapia attuale offre un temporaneo rimedio. Benché intensamente studiati, i farmaci basati su strategie innovative rispetto agli attuali ancora non hanno dato risultati apprezzabili. Già dopo dieci mesi dalla diagnosi di demenza, accanto ai sintomi cognitivi si aggiungono sintomi molto gravi della malattia, quali quelli che formano il disturbo comportamentale e psicologico, per i quali la terapia cognitiva non è efficace. Inoltre, la terapia a lungo termine con psicofarmaci (neurolettici, neurolettici atipici etc.) espone a gravi rischi la stessa vita dei pazienti con un aumento di circa due volte del rischio di morte rispetto al placebo”.
Il Prof. Bagetta dichiara, inoltre, che “I risultati di studi clinici controllati hanno attratto l’attenzione sull’aromaterapia somministrata per massaggio quale rimedio per il controllo del disturbo comportamentale aggressivo e di agitazione in pazienti con demenza. I risultati di alcuni di questi studi dimostrano come essa risulta efficace almeno quanto i farmaci antipsicotici atipici ma, rispetto a questi, sia priva di tutti i loro gravi effetti collaterali. L’importanza di tali risultati origina anche dalla nozione che il paziente con demenza è molto spesso anosmico (non percepisce gli odori); pertanto, l’azione terapeutica dell’aromaterapia non è attribuibile ad un mero effetto psicologico bensì all’azione farmacologica di principi attivi che, attraverso il sangue, raggiungono il cervello”.
Per il Prof. Bagetta “E’ auspicabile che, in un contesto sperimentale, l’aromaterapia, così come altre forme “non-farmacologiche” di intervento, entri a pieno titolo a far parte delle opzioni terapeutiche complementari a disposizione delle residenze sanitarie assistite e delle famiglie che vivono quotidianamente accanto ai pazienti con demenza. A tal fine, nell’ambito del quadro normativo vigente, è importante l’intervento programmatorio regionale di attività di ricerca e formative coinvolgente il personale sanitario ed i care givers finalizzato alla realizzazione di una sperimentazione che dia inizialmente garanzia di minimali obiettivi di appropriatezza.”
Il workshop è aperto a studenti, dottorandi e ricercatori di area biologica e biomedica, ad operatori sanitari come medici di medicina generale, geriatri, neurologi, psichiatri, farmacisti, psicologi.