Ritorno in grande in libreria per la poetessa e scrittrice Antonia Doronzo Manno, che presenta ai lettori un’opera innovativa sul mercato editoriale, adoperando più declinazioni della scrittura, dalla narrativa alla poesia, lasciando un segno incisivo di ciò che ha rappresentato il periodo di pandemia attuale.
Sullo sfondo del racconto, che a tratti diventa resoconto in versi, c’è la quotidianità snaturata dall’emergenza sanitaria, una realtà sconosciuta per l’umanità attuale, che si è dovuta confrontare con una inedita e impellente precarietà del vivere, che ha scardinato tutti gli equilibri ormai dati per scontati e ha scatenato nuove paure.
“Vivere – La primavera al Covid-19”, questo è il titolo del libro, ripercorre passo dopo passo la cronaca di quei giorni, quando ognuno aveva gli occhi incollati alla televisione, ai social, alla ricerca di notizie confortanti, con la speranza di sentire meno il peso della solitudine e la necessità di avvinghiarsi in un abbraccio virtuale collettivo che scaldasse un po’ l’anima. In quei frangenti, ognuno si è sentito più italiano, più fratello dell’altro, in un rinnovato spirito patriottico e solidale, riscoprendo la solidità delle tradizioni del passato.
Particolare degno di nota è la struttura della narrazione, suddivisa in capitoletti, a loro volta ripartiti in paragrafi in cui la realtà è analizzata da più punti di vista, attraverso temi fondamentali come il già citato rinnovato amor di patria, la solitudine e la morte, femminicidi di ieri e di oggi, il confronto tra la scuola del presente e quella del passato e dove, su tutti, spicca la voglia di rinascita.
C’è il racconto in terza persona, più impersonale, particolareggiato nei dettagli, sulla nuova quotidianità di Oriana e Bruno, coppia affiatata, pervasa da una complicità fuori dal comune per nulla affievolita dalle incalzanti difficoltà del lockdown. Con abilità, Doronzo Manno inserisce tutti gli aspetti salienti e significativi dello specifico spaccato storico, consegnando un documento non solo di grande pregio narrativo, ma anche importante dal punto di vista storico e sociologico, da consultare nel tempo, e per questo di grande utilità per i posteri che vorranno calarsi nel nostro momento storico e attingere ad una infinità di informazioni, che sono contenute soprattutto nei dialoghi tra i due coniugi.
Delle loro parole sentiremo tanto la mancanza a fine lettura. E poi c’è il racconto in prima persona, in cui Oriana, sollecitata dagli eventi contemporanei, rievoca alcuni fatti salienti del suo passato, di bambina e giovane donna, in cui ha vissuto esperienze che si ricollegano al presente o sentimenti similari. Qui, la scrittura diventa diaristica, più intima, e ci consegna inoltre un vivace affresco degli aneliti che animavano gli anni 50′, 60′, ’70.
All’inizio di ogni sezione, sono state inserite alcune immagini che corredano i testi e anticipano, insieme ad una breve didascalia, ciò che si incontrerà nella lettura. Alla fine di ogni sezione, invece, è apposto il sigillo con una poesia che, con la sua sintesi e l’intensità tipica della scrittura in versi, apre nuove suggestioni nei lettori. Tutti questi elementi evidenziano una caratteristica fondamentale della scrittura di Doronzo Manno, che attinge anche dai linguaggi di altre discipline artistiche, per potenziare le possibilità espresse dall’arte e renderla ancora più coinvolgente e universale. L’autrice, sempre attenta a infondere un messaggio di fiducia e speranza, manifesta anche in quest’opera il suo grande amore per la vita.
Il libro, editato nella prestigiosa collana “I Diamanti” della Aletti, impreziosito dalla prefazione di Alessandro Quasimodo, sarà presentato, insieme all’altra raccolta poetica di Doronzo Manno “Sognare l’impossibile”, il 15 luglio a Soverato, presso il Teatro Comunale, all’interno di un evento molto articolato indetto dall’Amministrazione comunale, che coinvolgerà anche la compagnia teatrale “I Sognattori”.