Venerdì 28 giugno a Palermiti la presentazione del ritrovamento di cavità rupestri


Importante ritrovamento di cavità rupestri a Palermiti getta nuova luce sulla storia del paese. Il 28 giugno la presentazione delle grotte alla comunità scientifica e ai cittadini.

Un considerevole insieme di cavità rupestri, alcune delle quali con interessanti graffiti di datazione ancora incerta, sarà al centro della presentazione di venerdì 28 giugno alle 16,30 nella palestra della scuola media di Palermiti in Largo Nicholas Green, alla presenza del Sindaco Domenico Emanuele, della Soprintendente Stefania Argenti, dell’archeologo Domenico Benoci dell’Università Pontificia Regina Apostolorum, dell’archeologo Eugenio Donato già collaboratore esterno SABAP, dello storico Francesco Cosco.

Presentato dall’antropologa Patrizia Giancotti, responsabile del presidio Italia Nostra di Palermiti, il rilevante ritrovamento che getta nuova luce sulla storia del piccolo paese del catanzarese, non è stato un evento fortuito.

Ma frutto di anni di ricerche e rilevamenti effettuati da Renzo Peronaci e dalla moglie Loredana Teti,
palermitesi appassionati di archeologia e storia locale, a partire da una felice intuizione scaturita dalle dichiarazioni di Don Vincenzo Lombardo, eminente studioso, già parroco del paese, che indicava il toponimo di Palermiti come derivante dalle parole greche palaiòs erēmitēs, luogo di antico eremitaggio.

L’immediato collegamento eremita-grotta riportò alla memoria antichi racconti familiari, spingendo Peronaci e la moglie alla ricerca, fino alla mappatura di oltre 50 cavità rupestri e agli strabilianti ritrovamenti che verranno illustrati
nel corso della presentazione.

Il luogo caratterizzato da folti boschi, torrenti e corsi d’acqua, sarebbe dunque costellato da decine di grotte, venendo a configurarsi come il punto focale di un monachesimo mistico ancora
tutto da studiare.

Il complesso iter necessario per arrivare al riconoscimento e al vincolo archeologico è stato possibile grazie all’interessamento personale e alla tenacia del Sindaco Domenico Emanuele, preceduto dall’intervento della sezione Italia Nostra Soverato Guardavalle, nelle persone di Angela Maida e Raffaele Riverso che, allertati da Renzo e Loredana, per primi hanno coadiuvato il sindaco nella segnalazione del ritrovamento agli enti
preposti alla tutela, stimolando la partecipazione di molti soggetti che, a vario titolo, hanno contribuito agli attuali rilevamenti.

Ora le cavità rupestri, nelle quali sono riscontrabili sedute circolari, croci e particolari forme di altare dalla complessa simbologia, sono tutte da studiare: per stabilire una precisa datazione, i legami con qualche particolare ordine religioso, le specifiche destinazioni d’uso, le tipologie dell’eremitaggio.

Per ora si tratta di prime ipotesi dalle quali partire per uno studio approfondito, ma al contempo si tratta di un importante passo per la messa in sicurezza dei siti, verso l’istituzione di un vero e proprio percorso archeologico, potenziale attrattore per studiosi, escursionisti, appassionati di storia e archeologia, e soprattutto del recupero di una preziosa memoria storica locale alla quale è opportuno attribuire tutto il valore che merita.