Non ho stima di Giuliano Amato; però è indubbio che se c’è uno che la sa lunga è lui, ultimo dei vecchi; e forse proprio perché vecchio, si è deciso a vuotare il sacco. E non in privato, bensì in pubbliche dichiarazioni: il 27 giugno 1980
L’AREO DI USTICA FU ABBATTUTO DA UN CACCIA FRANCESE,
e sono coinvolti USA, NATO e quarant’anni di complicità anche in Italia, complicità di politici e militari.
Correva da sempre questa voce, assieme ad altre; ma ora l’avvalora uno che è stato (disgraziatamente, ma abbiamo visto anche di peggio) presidente del Consiglio e varie altre cose; e, quello che qui c’interessa, vicesegretario del PSI, quando il segretario era Craxi.
E, continua Amato, questa fu la dinamica della strage: sopra un suo aereo, e torneremo, doveva trovarsi Gheddafi, il nemico mortale degli interessi francesi, britannici e americani non solo nel settore del petrolio, ma soprattutto per le sue posizioni politiche.
Quel Gheddafi che verrà assassinato nel 2011 da Obama, Sarkozy (oggi pluricondannato in Francia per mangia mangia) e un certo Cameron, inglese; e con l’8 settembre eterno dell’Italia, allora di Napolitano e Berlusconi. Ecco la mia verità sulla Libia del 2011, ben nota ma dimenticata da tutti. E sappiamo in che condizioni la Libia versi, dopo il folle e criminale attacco occidentale.
Torniamo a Ustica 1980. Secondo Amato, sicuramente informatissimo, la Francia intendeva abbattere l’aereo che portava Gheddafi; ma questi venne avvertito da Craxi. In qualche modo che forse mai sapremo con esattezza, avvennero manovre aeree tra francesi e libici, forse un vero combattimento.
E qui entra in gioco il MIG libico “caduto” in zone impervie di Castelsilano, e i cui resti finirono sparsi per molte centinaia di metri; probabilmente colpito. È un mistero la stessa identità del pilota.
L’aereo civile italiano subì dunque un missile che sbagliò mira o venne attratto dal calore, ed esplose. Un missile francese, secondo Amato, che certo la sa lunga.
Che succederà, ora? Niente, o forse la Francia accuserà un anonimo pilota nel frattempo morto. Tutti prima o poi dobbiamo morire: resta da vedere se di morte naturale o artificiale! Anche Craxi morì in esilio, unico condannato in una Prima Repubblica in cui tangenti e lottizzazioni erano una regola: come mai? C’entra anche Sigonella?
Ustica è uno dei molti casi di stragi e attentati e conflitti dell’Italia degli anni 1970-90. Ora, un caso è un caso; dieci e dieci casi sono una guerra combattuta nel territorio italiano, e nei cieli italiani. Combattuta da stranieri per interessi stranieri; e perciò, comunque siano andate le singole cose, contro l’Italia.
Che farà il governo Meloni, di fronte a una notizia così pubblica, e che non può ignorare?
Ulderico Nisticò