Ursula va alla guerra; e la NATO


 Un paio di annetti fa, Ursula, in veste ufficiale di presidente della Commissione europea, si recò al cospetto di Erdogan, presidente turco, il quale non le fece trovare una sedia. Qualsiasi donnetta calabrese analfabeta di un tempo, nella veste di “cudespina” [οἰκοδέσποινα = padrona di casa] avrebbe girato il fondoschiena senza salutare, e borbottando “Su’ tamarruni”; invece la remissiva baronessa Ursula andò paciosamente a cercarsi un divano.

 Oggi Ursula, che si vuole ricandidare, va alla guerra; e diventa amica di Giorgia Meloni… la quale, al cospetto di Erdogan, ebbe sì una sedia, a favore di telecamere. Ursula del 2024 va alla guerra, e una squadra navale europea, sotto comando italiano, opera nel Mar Rosso senza ombrello americano. Da non credere! Ragazzi, come è vero che la vita è una ruota, anche la vita politica europea.

 Intanto Trump, con il suo rustico stile diretto, dice che gli alleati NATO devono pagare la loro quota; con il sottinteso che è dal 1949, e di fatto dal ’45, l’Europa si fa difendere dall’America, e a prezzi stracciati.

 A questo punto, se gli Europei devono spendere per essere difesi dagli altri, tanto vale che si difendano da soli; e forse anche agli USA farà piacere, liberarsi da un peso troppo grosso anche per loro.

 Si può ragionare di difesa europea con forze europee? Beh, si può. Servono – è banale dirlo – armamenti europei; però c’è che le armi, fossero anche fucinate dal dio Vulcano in persona come nel XVIII dell’Iliade, non combattono da sole; e se mancano gli armati, le armi sono una spesa inutile.

 Per una forza armata europea occorre una mentalità adeguata. Per esempio, voglio sperare che il comandante italiano della squadra navale del Mar Rosso abbia ricevuto secchi e precisi ordini, e non “regole d’ingaggio”, giacché non è il giocoliere della festa di piazza; e a sua volta impartisca precisi e secchi ordini, e ne pretenda l’esecuzione. Ovvero, come dicono a Parigi, à la guerre comme à la guerre.

 Ma l’articolo 11… non preoccupatevi, c’è anche l’art. 52. Leggete la costituzione di cui ogni giorno tessete alte lodi, e temo non l’abbiate letta mai. Studiate l’11 interamente, e non solo le prime cinque parole articoli inclusi; mentre le parole sono 58 senza contare gli articoli: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Stando all’11 e al 52, le nostre navi possono serenamente compiere il loro dovere senza temere di finire sotto il processo di un giudice di provincia che magari non ha dato l’esame di filosofia del diritto. Ecco, l’art. 11 autorizza, anzi spinge a inviare navi europee nel Mar Rosso; meglio se sotto comando italiano.

 Ci sarebbero dei corollari di natura storica e politica, ma mi affido all’intelligenza del lettore e alla sua conoscenza di come si fanno le unità politiche tipo quella germanica del 1871. La nostra di dieci anni prima fu più casereccia. Ora mi fermo, perché penso che di emozioni oggi ve ne ho rifilate abbastanza.

Ulderico Nisticò