Una serata ricca di emozioni al teatro di Soverato con “Vasame, l’Amore è Rivoluzionario”


Assistere al check sound dello spettacolo “Vasame, l’Amore è Rivoluzionario” con Marisa Laurito ed Enzo Gragnaniello mi ha permesso di comprendere al meglio quanto il talento, la bravura degli artisti e l’arte, intesa come somma bellezza, siano sempre e comunque affascinanti ed entusiasmanti.

La serata conclusiva della stagione invernale del Teatro di Soverato, oltre ad essere caratterizzata dall’usuale sold – out, è risultata ricca di sentimenti e di emozioni, coinvolgendo tra musica e prosa, tutti gli spettatori in una serie infinita di applausi a scena aperta culminati nella spontanea e sentita standing ovation finale.

Splendida la presenza sul palcoscenico di Marisa Laurito, stratosferica la performance canora e musicale di Gragnaniello e dei suoi musicisti, Piero Gallo, Erasmo Petringa e Marco Caligiuri, amanti della musica ed interpreti trascinanti e talentuosi.
Anche a distanza Lele Amoruso ha guidato la sua ottima Crew con la consueta gentile sapienza, mentre Lino Gerace è stato il solito anfitrione professionale ed empatico.

L’Istituto Alberghiero ha assicurato l’accoglienza dei tanti che hanno scelto di incontrare a teatro dei beniamini di livello internazionale conosciuti attraverso la TV e abituati a calcare i palcoscenici più noti e importanti.

Ancora una serata indimenticabile per la Perla dello Ionio : due artisti travolgenti, un pubblico ormai esperto e preparato, momenti da ricordare guardando le mani di ognuno, un po’ spellate per i tanti applausi donati con affetto.

Laurito & Gragnaniello hanno portato una dose corposa di aria di Napoli, rappresentando una parte bellissima della città partenopea, incarnando il connubio tra arte e professionalità ed esprimendo con la poesia la voglia di vivere e gioire nel godere di ciò che è bello, presente in tutti noi, pronta ad emergere appena qualche “artificiere speciale” inneschi con bravura la miccia.
Abbiamo volato per oltre due ore, tutti insieme, Con noi o, come direbbe Gragnaniello , “Cu’mme!”