Al Liceo – ginnasio Torquato Tasso di Salerno il nome di battesimo della mia professoressa di greco era Letteria. Una donna, a suo modo affascinante , single convinta, che aveva dedicato l’intera vita alla grammatica ed alla letteratura dell’antica Grecia. Ella era solita dedicare una delle lezioni iniziali del suo corso alla definizione ed all’approfondimento del concetto di “alfa privativo”.
Partendo dalle origini indoeuropee approfondiva con vigore l’esame dell’impatto di una singola lettera sul significato ed il conseguente uso, di un termine. Cara Prof. quanto eravate avanti! Vi perdono, a distanza di quarantadue anni, per quel celebre 1 in versione che mi appioppaste, in quanto oggi, in tempo di Covid19 , con l’emersione fragorosa della parola “asintomatico” i Vostri insegnamenti sono tracimati imperiosamente da uno degli ultimi scomparti presenti in quello che mi ostino a definire “mio cervello”.
Asintomatico dovrebbe essere colui il quale risulta privo di sintomi, capace di vivere in comunione con qualcosa senza saperlo e senza quasi accorgersene. Portatore piu’ o meno sano di qualcosa che potrebbe essere perniciosa per i vicini ma anche alfiere inconsapevole di comportamenti , magari apprezzabili, o comunque, non dannosi. Probabilmente, per quanto mi riguarda, esiste nel mio animo (lato scuro in fondo e in alto a destra) un’asintomaticita’ di maschilismo sessismo e sciovinismo che mi spingerebbero a comportamenti asociali, atipici e sostanzialmente discriminanti.
Molti “Amici” hanno più e più volte colto nei miei atteggiamenti sintomi palesi di asintomatica ingenuità, evidenziati dal voto a partiti stellati o dalla costante e convinta attesa dei Marziani e/o Babbo Natale. Elementi di asintomatica tirchieria riverberano dal mio affannoso e, spesso, inutile attaccamento alle banconote colorate così come, la Donna che mi controlla ed accudisce da oltre sei ĺustri è convinta assertrice dell’esistenza, all’interno dei miei principali gangli vitali, di un asintomatico romanticismo che mi porterebbe a commuovermi, in segreto al cospetto di un gabbiano che voli incastonato in un arcobaleno.
Temo, infine, di essere un Umano asintomatico, potenzialmente capace di grandi slanci emotivi, ma sostanzialmente ancorato ad un’anaffettivita’ consolidata corroborata da sintomi non evidenti ,di tristezza e sfiducia nei simili posti intorno a me! Nell’attesa e nel timore di essere colpito ed affondato da un qualsiasi individuo asintomatico al Covid 19 , di passaggio, ma sicuramente mentalmente meno problematico di me, lasciatemi uno spazio per augurare un buon San Valentino a tutte le donne, in particolare a quelle citate nel testo e , chiaramente, anche al gabbiano!
Giorgio de Filippis