Un poeta in latino


Taurianova ha celebrato Francesco Sofia Alessio; sarei curioso di sapere cosa ha fatto la cultura ufficiale calabrese, e immagino niente; e nientissimo la Facoltà di lettere dell’UNICAL e la Regione. Ora diamo una mano noi, qui.

Nacque nel 1873, per morire nel 1943; prima insegnante, poi bibliotecario a Reggio. Di forte cultura classica, fu poeta in latino, conseguendo tre volte il premio Amsterdam, in compagnia, negli anni, di Giovanni Pascoli e di un altro grandissimo latinista calabrese, Diego Vitrioli.

Del Sofia Alessio riferiamo qui un poemetto, ispirato alle gesta dei marinai italiani durante la Prima guerra mondiale, e in particolare a quelle di Luigi Rizzo, di Messina, detto L’affondatore.

da Ad heroas Italos
Salvete, fortes agmine praepete / docti per aethram currere milites, / caelique terrarumque semper / vos eritis domini potentes…
Hostes subacti iam trepidantibus / fugere pinnis, vis simul effera / hinc inde flagrantum refulsit / missilium crepuitque late.
Longe sonantes, grandibus aethera / alis per amplum currite machinae: / nunc ite Romanae per oras / vos aquilae rapido volatu.
Salvete, nautae, qui maris aequora / tuto tenetis litus ad extimum: / iam classis obluctans ab Austro / currit hyperboreas ad Arctos.
Nimbis volantes in furialibus / exaestuanti per freta turbine, / versantur aeratae carinae, / grande decus columenque nostrum.
Virtute clarus Rizzius eminet, / qui victor undis exstit Adriae: / binis sinum Tergestis audet / naviculis penetrare noctu…
At voce cunctos Rizzius excitat: / surgunt sodales, atque repagula / rumpunt et ingentes catenas: / fit via vi, subeuntuque portum.
Nautis favet sors insidiantibus: / cimba silurus protinus emicat / ingens, et hostilis carina / ignibus obruitur marique…
Audax silurum, summa sub aequora, / immane monstrum proicit impete: / it piscis afflans, dum coacta / visceribus furit aura caecis.
Flagrante nitro missile detonat, / fluctusque spumans gurgite tollitur: / immugit et caelum salumque, / atque ruit laniata navis…
Salvete fortes, militiae decus, / rostris ahenis caerula verrite, / undis inest fortuna nostra, / ac dabit aequor opes potentes…
Graeco genus nos sanguine dicimus: / Romana cuncti progenies sumus: / nostrumque iam vates Homerus / atque Maro cecinere pontum…

Il metro è la strofa alcaica, dal poeta greco Alceo, ma molto usata da Orazio, e ripresa in italiano dal Carducci.
Diamo la traduzione: Salve, forti soldati esperti / a correre nell’etere in rapida schiera, / del cielo e della terra sempre / voi sarete potenti signori… I nemici battuti ormai con trepidanti / ali fuggirono, appena la violenta forza / dei proiettili rifulse / e rimbombò per vasto tratto. / Macchine risonanti nell’ampio cielo / con grandi ali correte: / andate sulla terra romana / aquile dal rapido volo. / Salve, marinai, che con sicurezza / dominate le onde fino al lido più lontano: / ormai la flotta lottando coi venti da Ostro / corre alle Orse iperbeoree. / Volando tra i nembi infurianti / con ribollente turbine sul mare / vanno le corazzate, / grande gloria e difesa nostra. / Glorioso per virtù trionfa Rizzo, / si leva vincitore sulle onde dell’Adriatico: / con due navicelle osa di notte / penetrare nel golfo di Trieste… / Tutti Rizzo incita a gran voce: / si levano i compagni, e le ostruzioni / rompono e le grandi catene: / si aprono a forza la via, entrano nel porto. / La sorte favorisce l’insidia dei marinai: / dalla navicella il siluro scatta / grande, e la nave nemica / è coperta dal fuoco e dal mare… / Audace il siluro, sulla superficie del mare, / come immane mostro scaglia con impeto: / va il pesce ardente, mentre costretta / nelle sue cieche viscere infuria l’aria. / Il proiettile esplode per la sua polvere, / e il flutto spumante si leva dal gorgo: / rimbombano cielo e mare, / e affonda la lacerata nave… / Salve, forti, gloria della milizia, / aprite le azzurre onde con i rostri bronzei, / sulle onde è la nostra fortuna, / e il mare ci darà grandi ricchezze… Da greco sangue noi traiamo l’origine: / siamo tutti romana progenie: / già il vate Omero / e Marone [Virgilio] cantarono il nostro mare…
Celebro dunque Sofia Alessio anche io, e come latinista e come nazionalista, due cose che ho in comune.

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E anche come soveratano. Quando il poeta nacque, non c’era ancora Taurianova, nata nel 1928 dalla fusione (ottima idea, da estendere!!!) di Radicena, Iatrinoli e dalla storica San Martino. Era ancora Radicena quando vi nacque, e gli anziani lo ricordiamo, Pietro Guidara, vigile urbano e che si dilettava di poesia; e ne era originario il valente medico Oscar Romeo, mio amico.

Ulderico Nisticò