Un nuovo museo a Serra San Bruno


Ha aperto i battenti a Serra San Bruno, lo scorso 15 settembre, una gipsoteca dedicata allo scultore Giuseppe Maria Pisani. In pieno centro storico, all’interno di un palazzo restaurato e adeguato alle esigenze museali, sono stati collocati un centinaio di calchi e gessi originali delle tante sculture realizzate dall’artista in bronzo, marmo o terracotta.

L’esposizione permanente è visitabile su prenotazione, tutti i fine settimana e durante le feste, e mette in luce in maniera cronologica gli aspetti più significativi di una lunga carriera.

Nato nel 1927, Giuseppe Maria Pisani, infatti, aveva iniziato a modellare l’argilla già dalla metà degli anni Quaranta, distinguendosi durante le prime mostre allestite in Calabria nel dopoguerra. I gessi esposti provengono dal suo studio di Soverato, città dove aveva vissuto per quasi mezzo secolo, e dove aveva modellato le sue opere più mature, alcune delle quali vi hanno trovato collocazione nel corso degli anni.

È noto il bronzo, alto un metro e venti, raffigurante Antonino Calabretta, che si può ammirare sulla facciata dell’ITE, scuola a lui dedicata. Di fronte al teatro comunale ha invece trovato spazio, nel 2019, il busto dello scultore palermitano Antonello Gagini, autore della celebre Pietà. Da non dimenticare tra i tanti lavori eseguiti, uno stadio gremito di tifosi sulla cappella del compianto Gigi Peronace al cimitero e la grande stella sul soffitto della chiesa dell’Immacolata.

È possibile, visitando la gipsoteca di Serra San Bruno, ammirare tutti i calchi e i progetti originali delle opere eseguite per Soverato, città di adozione dello scultore, che vi morì nel 2016. La gipsoteca, dotata pure di una sala conferenze e di un nutrito bookshop, offrirà agli studiosi del settore la possibilità di consultare l’archivio digitalizzato dell’artista e le scansioni in 3D delle sue sculture.

Gli spazi espositivi sono proiettati all’esterno del palazzo in quanto molte opere possono essere visitate percorrendo un itinerario che si snoda attraverso il tessuto urbano, dove spicca la porta di bronzo della chiesa dell’Addolorata, fino ad arrivare al Santuario di Santa Maria del Bosco, che ha come fulcro la scalinata da lui progettata nel 1951.