Un 57enne con la rottura dell’aorta è stato salvato con un doppio intervento in emergenza eseguito dall’Unità operativa di cardiologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini di Catanzaro.
«Fa molto piacere riuscire – ha commentato con soddisfazione Ciro Indolfi, direttore dell’Uo – a parlare ogni tanto di buona sanità, soprattutto quando questo accade in una regione come la nostra, la cui sanità, commissariata da molti anni, balza spesso agli onori della cronaca con notizie negative. Eppure anche in questa Calabria, così tanto bistrattata, il sistema delle emergenze urgenze cardiovascolari funziona e ha funzionato in maniera impeccabile per A.R., infermiere di 57 anni che, nelle prime ore di un sabato mattina, veniva colto da un intenso dolore toracico. Inizia così la corsa verso l’ospedale più vicino, nel sospetto possa trattarsi di infarto del miocardico.
All’arrivo in ospedale la diagnosi è però molto più complessa e grave: non si tratta di infarto, bensì di rottura dell’aorta fino alle arterie delle gambe, una gravissima patologia rapidamente mortale».
Una volta fatta la diagnosi, è scritto in una nota, viene contattata l’Unità operativa di cardiologia del Mater Domini che accetta il paziente che viene trasferito nell’Emodinamica del Policlinico Universitario. In pochissimo tempo il centro riesce a reperire la protesi necessarie per il delicato intervento.
L’equipe dei cardiologi interventisti costituita da Carmen Spaccarotella e Annalisa Mongiardo, dagli anestesisti Ovidia Lavalle, Laura Giorgi, dal tecnico Concetta Procopio e dagli infermieri Miguel Angel Lorenti e Antonio Pilo, provvede ad impiantare, attraverso una puntura effettuata nella gamba del paziente, una grossa protesi che tappa la breccia nella parete del vaso e scongiura il pericolo di morte del paziente.
«L’intervento – prosegue la nota – va bene e il dolore scompare. Nei giorni successivi, però, il paziente iperteso ed obeso, continua ad anemizzarsi. Sorge un nuovo problema: si è formato un altro aneurisma nella gamba che viene trattato con una nuova protesi. Il paziente ora è a casa e sta bene, nonostante la pericolosissima patologia che lo ha colpito».
«L’intervento a cui è stato sottoposto – ha spiegato Indolfi è un intervento di altissima specializzazione che richiede elevatissime professionalità ed esperienza, oltre che un sistema organizzato ed abituato al trattamento delle emergenze-urgenze. È questo il felice epilogo di un caso difficilissimo da trattare e a noi fa piacere che questo intervento di altissima specializzazione sia stato effettuato in Calabria, a Catanzaro ed in particolar modo nel Policlinico universitario che, oltre al compito assistenziale condiviso con tutti gli ospedali, ha il ruolo cruciale di formare i futuri medici calabresi».