Uccio De Santis conquista il pubblico di Soverato e annuncia: «Gireremo la nuova stagione di Mudù proprio in Calabria»


È entrato nell’Arena su un monopattino, vestito da carabiniere, sorprendendo tutti, dando fin da subito l’idea di quanto i presenti sarebbero stati travolti dalla sua allegria. Uccio De Santis non ha deluso le aspettative, divertendo con la sua semplicità il numeroso pubblico che non si è fatto attendere giovedì sera al Teatro Comunale di Soverato per l’anteprima estiva del XXI Festival d’autunno.

Uno scenario comune in ogni posto in cui è stato: solo nell’ultima stagione “Non so che fare prima” lo spettacolo che ha portato anche in Calabria, ha ottenuto consensi unanimi, forte dei riscontri della trasmissione televisiva Mudù che da oltre vent’anni lo vede protagonista di sketch e sit com su TeleNorba.

Anche a Soverato De Santis è arrivato affiancato dai suoi compagni di viaggio, il quartetto di Mudù: Antonella Genga, Giacinto Lucariello e Umberto Sardella. Presi di mira anche questa volta gli spettatori “abusivi” dei balconi delle case vicine al Teatro Comunale: come Fabio Concato qualche giorno fa l’aveva buttata sul sarcastico e si era messo a chiacchierare in qualche modo con loro, anche De Santis li ha approcciati in maniera ironica, certo, ma pure bacchettandoli un po’.

Lo spettacolo quindi ha subito preso il largo: i primi ad essere simpaticamente bersagliati – «Viva l’Arma» ha esclamato più volte De Santis -, sono stati i carabinieri, vittime per antonomasia delle barzellette, in questo caso recitate. Poi è toccato ai medici, «Ci sono molte più barzellette su di loro a dire la verità», e a tutti i nomi improbabili dei farmaci di uso comune, opportunamente distorti a fine umoristico.

Ma non si è trattato solo di barzellette, va detto: i vari sketch si sono alternati a video tratti dalla sitcom, proiettati sul palco, e a monologhi dello stesso Uccio su tematiche diverse, poi “approfondite” insieme agli altri.

Su tutte le difficoltà della vita di coppia: esilarante è stata la scena sulla spesa con il comico pugliese – «Mi chiamo Uccio davvero, è proprio il mio nome» aveva detto ad inizio spettacolo – alle prese con i prodotti del supermercato, e la “moglie” a casa a dettare la lista al telefono. Quindi, tra musiche varie, c’è stato spazio anche per i personaggi più amati di Mudù, come don Dino, sacerdote sui generis che si confronta sempre con parrocchiani altrettanto particolari.

Con qualche accenno di balletto – per il “cabaret” -, Uccio ha interagito più volte con il pubblico, andando anche a pescare tre ignari spettatori coinvolti nello show come «tre divi dello spettacolo», in una sorta di gara/concorso: l’unico loro impegno era, oltre a sottoporsi alla mitragliata di battute di De Santis, di fare il gesto esattamente opposto a quello del protagonista della serata, scatenando, manco a dirlo, ilarità senza sosta. Il finale è stato sempre insieme al pubblico, tutto questo volta, a cantare “Ci vuole l’allegria”, la famosa sigla di Mudù.

Che dalle nostre parti sarà sempre più riconosciuta visto che «Gireremo la prossima stagione di Mudù proprio in Calabria – ha avuto modo di affermare il comico prima dello spettacolo -, possiamo dirvelo, è una notizia di oggi praticamente. Ci vedremo più spesso».
«Ho voluto confermare anche per quest’anno un appuntamento in cartellone con la leggerezza e la comicità – aveva detto il direttore artistico del Festival d’autunno, Antonietta Santacroce -, perché penso che non ci sia niente di meglio di una sana risata in periodi incerti come quello che stiamo vivendo. Adesso siamo pronti ad accogliere il nuovo spettacolo in cartellone per l’anteprima estiva: sabato 24 agosto alla Grangia di Montauro ci sarà la prima nazionale, nata come co-produzione del Festival d’autunno, di “Taragnawa – Moroccan Tarantella”, un imperdibile concerto che metterà insieme le musiche tradizionali calabresi con quelle degli gnawa, popolazione del Marocco. Sarà una serata in cui sarà dato ampio spazio alle danze, anche all’interno di ciò che resta dell’imponente edificio risalente all’anno Mille».