Turismo? No, balneazione


 Neanche il più fanatico dei perloionomani riuscirebbe a negare che le spiagge, già non troppo piene prima, sono vuote dall’ultima domenica d’agosto; e di notte non si sentono più le delicate vocine dei ragazzotti brilli reduci da grammofoni spacciati per discoteca.

 Ovvio, del resto. Se Soverato ha puntato – e da mezzo secolo – sulla balneazione, la balneazione finisce con le ferie di chi deve andare a lavorare; quindi, niente più mare.

 Altre forme di turismo, ci sono ignote o scarse. Per esempio, il programma civile della Madonna a mare e quello dell’Addolorata, decisamente poca roba; ma guai a criticare i due onnipotenti comitati.

 Per esempio, visite culturali alla Pietà del Gagini, per non dire di Soverato Vecchio… e, dopo la trasmissione di RAI UNO, ho dovuto costatare che un discreto 90% ignora le tombe sicule… eccetera.

 Per esempio, spettacoli di qualità. E non vi cito nulla, se no mi arrabbio davvero.

 Quanti sanno che, da pochi giorni, esistono dei QR CODE da fotografare per sapere tutto di Soverato? Tutto, perché li ho scritti io, ovviamente gratis e senza manco un grazie. Nessuno ne sa nulla di ufficiale.

 Per ora, basta. Come vanno le cose, nel resto della Calabria? Vanno bene le visite alle aree archeologiche grecoromane, perché in mano a professionisti seri e qualificati, e non a cugini di qualcuno. Ma che mi dite delle terme, dei santuari, della ricchissima Calabria medioevale?

 Ecco il punto. Dove ci sono i professionisti, le cose funzionano. Dove arrivano gli improvvisatori, i parenti di qualcuno, gli intellettualoni depressi e bicittadini onorari di Belforte, gli sbarcatori di Ulisse eccetera, le cose vanno male esattamente come se, per ripararmi l’auto io andassi dal falegname e non dal meccanico.

 Tornando sopra, a Soverato sono rari i professionisti e molti i dilettanti. È anche per questo che verso il 25 agosto chiudiamo baracca.

Ulderico Nisticò