Tutti patiscono la loro deformazione professionale, anche io, vecchio prof. Rilevo pertanto l’anglicismo “domestico”, dall’inglese degli aeroporti, quando ti mandano ai voli da Roma a Lamezia o a Milano e non a Parigi o Berlino. È, come metà dell’inglese, una parola di derivazione latina, da “domus”, casa (più esattamente, in senso giuridico, donde “dominus”); ed è curioso che l’equivalente anglosassone sia “home”. A qualcuno parrà politicamente scorretto, ma sono lingue indoeuropee. Pagato il tributo alla glottologia, deprechiamo la confusione. In italiano più antico, domestico/a voleva dire un uomo o una donna addetti a lavori in casa, oggi, con specie di sigla, col-f, ovvero collaboratore familiare; perciò domestico, in italiano, si riferisce ad animali ad-dom-esticati come cani e gatti, o, chi ce l’ha, cavalli.
Quando dicono che in Calabria arrivano turisti “domestici”, è un calco inglese, e non vuol dire gattini o colf o il contrario di selvatici; vuol dire che in Calabria arrivano, d’estate, solo italiani, anzi solo calabresi che lavorano altrove però hanno la casa del nonno, e così risparmiamo. Attenti, io farei prima di tutto una statistica sull’età, per sapere quanti figli degli emigrati hanno la casa del bisnonno, e le vacanze le fanno lo stesso altrove!
Infatti, il mare o è una scusa per trascorrere qualche ora, o interessa a pochissimi appassionati: pescatori di superficie o subacquei, velisti, nuotatori… tutte categorie pochissimo evidenti, soprattutto a Soverato.
Il turista del 2024 è un tour-ista, cioè un viaggiatore; e il mare non basta, a chi viaggia; e vorrebbe vedere qualcosa, conoscere il territorio e la sua storia, fare, come si dice “turismo esperienziale”, incluso quello enogastronomico. Cominciamo da questo: vogliono mangiare roba calabrese, genuina e autentica. Vogliono conoscere i borghi, senza presentarli – oggi va di moda – come una specie di paradiso della felicità perduta, bensì nella loro onesta realtà. Vogliono conoscere la storia, ma senza sparaballe alla sbarchi di Ulisse e altre favole, ma la storia. Vogliono ammirare l’arte.
Solita domanda: dei turisti “domestici” e rari forestieri, quanti hanno mai visto la Pietà del Gagini? Ahahahahahahahahah! E non parliamo dell’oggetto misterioso: il docufilm che dorme da un anno.
Torniamo alla Calabria in generale, dandoci appuntamento a settembre di quest’anno 2024. La stampa fa notare che sono state assunte delle iniziative: ebbene, se hanno effetto o no, lo vedremo.
Quello che è certo è che, nel 2024, i turisti non “vengono” ma bisogna andarseli a cercare.
Ulderico Nisticò