È la richiesta dell’agenzia per la sicurezza sanitaria francese. Australia e Brasile hanno vietato l’utilizzo di questi dispositivi. Quando in Italia?
L’agenzia per la sicurezza sanitaria della Francia raccomanda il definitivo stop delle lampade solari dinanzi al rischio “accertato” di tumore. «Non ci sono più dubbi, abbiamo prove solide, il rischio di tumore è accertato», avverte un responsabile dell’Anses, Olivier Merckel, che ha seguito l’expertise in Francia. Quindi l’appello rivolto alla «pubblica autorità di adottare ogni misura per far cessare l’esposizione della popolazione ai raggi UV artificiali».«Raccomandiamo la fine dell’attività legata all’abbronzatura artificiale e alla fine della vendita di apparecchi UV a scopo estetico, in particolare, ai privati», precisa Merckel citato dalla stampa francese. «Gli individui che si sono esposti almeno una volta nei solarium prima dei 35 anni, avverte l’esperto, aumentano il rischio di sviluppare un melanoma cutaneo del 59%. In Francia viene stimato che il 43% dei melanomi tra i giovani possono essere attribuiti all’uso della lampada UV prima dei 30 anni».
Negli Stati Uniti, invece, fanno i conti con le spese sanitarie per curare i danni alla salute derivanti dall’uso di questi strumenti. I lettini solari costano negli Usa 343 milioni di dollari l’anno solo per i costi diretti legati ai tumori della pelle, mentre se si tiene conto delle perdite economiche lungo tutta la vita dei pazienti la cifra arriva a oltre 127 miliardi. Lo ha calcolato la North Carolina University con uno studio pubblicato sul Journal of Cancer Policy. La ricerca si è concentrata su tre tipi di tumore, il melanoma cutaneo, il carcinoma a cellule basali e quello a cellule squamose, identificando i casi totali diagnosticati negli Usa nel 2015 e stimando quelli dovuti ai lettini sulla base della prevalenza nell’uso e sul rischio relativo.
Oltre 263mila tumori secondo gli autori sono attribuibili all’abbronzatura ‘artificiale’, che nel paese è praticata da 30 milioni di persone l’anno, mentre in Italia si stima che una persona su cinque li utilizzi. Da questo dato, sulla base delle spese per le cure, i ricercatori sono arrivati alla cifra di 343,1 milioni di dollari per i pazienti diagnosticati nel 2015. Gli stessi pazienti, nell’arco della loro vita, avranno invece una perdita economica di 127 miliardi di dollari. “I calcoli sono tutti conservativi, e quindi la stima è per difetto – sottolinea Hugh Waters, uno degli autori -. L’impatto potrebbe essere più alto. Speriamo che questi risultati aiutino negli sforzi per una riduzione dell’uso dei solarium “.
Perciò questi dispositivi dal 1° gennaio 2015 sono stati vietati in Australia, con l’obiettivo di combattere il melanoma, tumore per il quale il Paese detiene il primato mondiale. L’Australia è così il secondo Paese al mondo, dopo il Brasile, che ha adottato questa misura. Il divieto è scattato dopo che è stato scientificamente provato che, mentre un tempo le lampade UV si ritenevano più sicure del sole perchè si pensava che non emettessero i raggi ultravioletti di tipo B causa d scottature sulla pelle, oggi si sa che le lampade UV sono anche più pericolose del sole. Infatti le lampade solari emettono UVA (cioè onde di lunghezza corta che provocano tumori) e anche una piccola percentuale di raggi UVB dato che imitano le radiazioni del sole.
Ma il rischio maggiore è la violenza dei raggi artificiali delle lampade solari: nelle lampade di ultima generazione, cioè le lampade UVA ad alta pressione a vapori di mercurio e alogenuri metallici, l’ intensità è fino a 15 volte superiore a quella del sole a mezzogiorno. Questi apparecchi che garantiscono un’ abbronzatura rapida ed esposizioni brevi, hanno quasi del tutto soppiantato le classiche lampade solari a tubi fluorescenti per i lettini e le apparecchiature facciali. Il rischio principale oltre un invecchiamento precoce della pelle, è rappresentato dai tumori della pelle: si registra infatti un aumento di melanomi ed epiteliomi che compaiono anche in età precoce.
Nel 2011 più di 2.000 australiani sono morti di cancro della pelle e la maggior parte di questi decessi sono attribuibile al melanoma. Inoltre l’uso del solarium prima dei 35 anni aumenta dell’87% il rischio di sviluppare melanoma. Nel Paese vengono diagnosticati ogni anno 11.000 casi, il tasso più elevato del mondo. Non c’è nessun dubbio, osserva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sul fatto che esista un legame tra l’uso regolare delle lampade abbronzanti ed il melanoma maligno i cui dati sono incontrovertibili. Anche secondo gli esperti dell’Istituto inglese Cancer Research l’uso regolare dei solarium sotto i 35 anni comporta un aumento del 75% del rischio. Tanto peggio se ci si espone da giovani.