Trump, e cui prodest


 Non essere ministro, anzi non avere tessera dal 31.12.1994, ha i suoi vantaggi; e posso dire quello che mi pare, solo badando agli asterischi per gabbare i social.

 La domanda è la più ovvia di ogni indagine: cui prodest? Per i diversamente latinisti, a chi fa gioco? Se il mascalzone avesse avuto mira più esatta, Trump sarebbe morto, e gli USA sarebbero in guerra civile. Non è la prima, e non sarà l’ultima volta che da quelle parti le questioni politiche si risolvono a fucilate. Tutti i conflitti d’Europa da Austerlitz al 1914 sono risse da bettola al confronto della Gue*ra di secessione americana 1861-5. E dopo mille libri e film, nessuno sa dire qualcosa di convincente sui Kennedy. Eccetera eccetera.

 Ecco perché gli Ateniesi, inventori e vittime della democrazia, affidavano l’ordine pubblico a dei mercenari assoldati tra i selvaggi Sciti, badando bene che non imparassero la lingua attica, a scanso di compromettenti amicizie. Ovvero, quid custodiet ipsos custodes, direbbe Giovenale: i servizi segreti o non sanno fare il loro lavoro, o non sono tanto segreti.

 L’attentatore, ma guarda tu!, è trapassato, e quelli nelle sue condizioni non parlano. Gli intellettuali diranno che era un matto; e certo nessuno s’inginocchierà per Trump, nessuna Boldruni, nessun attore milionario.

 A parte il ben noto rimbambimento di Biden, speriamo che arrivi presto novembre, così ci leviamo il pensiero, ed evitiamo pericoli gravissimi per il mondo.

Ulderico Nisticò