Dopo tre anni dal terremoto di Amatrice, il territorio devastato è esattamente come tre anni fa dopo il tragico evento; c’è qualche prefabbricato; ricostruzione, zero. Per i primi due anni, governava (ahahahahah) Gentiloni; per l’altro, Conte, ma non ha fatto niente lo stesso.
Ci dev’essere qualche causa profonda. Ed ecco che vi racconto due fatti.
Nel 1930, un sisma violentissimo colpì le montagne di Avellino e Benevento. Il Capo del Governo dell’epoca (studiate, ogni tanto!) chiamò d’urgenza Araldo di Crollalanza, gli consegnò una somma di denaro, e gli ordinò, con la solita voce stentorea, di concludere la ricostruzione entro il 28 ottobre, data simbolica di quel tempo. Araldo, salutato romanamente, partì, ricostruì, restituì i soldi avanzati, e il 28 ottobre era tutto pronto e puntino. Nel 1980, gli edifici del 1930 furono gli unici a resistere all’altro terremoto.
Torniamo indietro, molto indietro. Nel 1783 un’apocalisse frantumò l’intera Calabria. Si aprirono 250 paludi per caduta di monti; interi paesi si aprirono a libro; ventimila i morti… Ferdinando IV re di Napoli inviò subito l’esercito per i primi interventi, e assegnò al principe Pignatelli è poteri dell’alter ego, cioè come se fosse il re; poi ingegneri di altissimo livello avviarono la ricostruzione, che entro un decennio era portata a termine. Per un elenco molto parziale, ma andate a controllare con i vostri occhi la perfezione e nello stesso tempo la bellezza dei centri ricostruiti: Borgia, Cittanova, Delianova, Filadelfia, Oppido [Mamertina], Palmi, eccetera… E tantissimi edifici e chiese, come quella del mio paese di origine, Cardinale…
Un solo paese sfuggì alla severa scienza degli ingegneri borbonici, e non volle piano regolatore; e non lo vorrà nemmeno in seguito. VEDIAMO SE INDOVINATE QUALE!!!
Cosa hanno in comune, il 1930 e il 1783? Che la ricostruzione venne commissariata sul serio, alla lettera, con pienissimi poteri a persone serie e responsabili. E invece, come all’Aquila, anche ad Amatrice i commissari sono stati solo burocrati pagatissimi in aggiunta ad altri burocrati; cartacce in aggiunta ad altre cartacce; chiacchiere in aggiunta ad altre chiacchiere…
Tra duecento anni, Amatrice sarà ancora una rovina, fin quando non mandano un commissario con i poteri dell’alter ego. Quando? Ovviamente, mai.
Ulderico Nisticò