Trascurando Giovenale e il suo “facit indignatio versus”, ovvero evitando di lasciarsi ispirare dalla rabbia, peserò le parole e le userò freddamente: preoccupatevi dell’ira dei buoni.
La peggiore ingiustizia del sistema giudiziario italiano è il rinvio di qualsiasi cosa a qualsiasi anno per qualsiasi pretesto e motivo. Vorrei essere certo di vincere la Lotteria come ero certissimo che il TAR avrebbe rinviato anche il 13 novembre.
Vero, ma nemmeno io, con tutta la mia sfiducia, potevo immaginare un rinvio di mesi quattro, che poi e comunque vada, e tra scartoffie e ricorsi, può significare che non si farà nulla per tutto il 2025. E dubito anche del 2026. Siamo al calabresissimo “po’ vidimu”.
Aspettiamo la Trasversale almeno dagli anni 1970, e a rinviare ci aveva pensato la politica nazionale e regionale e locale, in mezzo a mucchi di chiacchere a ogni campagna elettorale, e a soldi triturati per lo svincolo di Argusto.
Qualcosa si vide poi da Chiaravalle alle Serre; e il Comitato, a viva forza, ottenne che fosse agibile anche il tratto per Gagliato. Si lavora oggi seriamente nel travagliato territorio di Vallelonga e Vazzano. È segno che i soldi ci sono, e l’ANAS, con attiva gestione commissariale, si sta dando da fare.
Nel tratto da Gagliato alla rotatoria della 106, è in atto un ricorso per vie legali. Si aspettava, ripeto, una sentenza per settembre, e arrivò il rinvio al 13 novembre, già irritante. Il 13 novembre, ieri per chi legge, arriva il fantasmagorico rinvio al 13 marzo 2025; e mentre nutro il fondato sospetto che anche il 13 marzo prossimo rinvieranno a qualche altro 13, mi pare ovvio che, quand’anche sul serio il 13 marzo avremo (???) una sentenza, tra una lungaggine e l’altra passerà anche l’estate senza la strada; poi piove e fa freddo, è Natale, e se ne parla, ammesso, nel 2026, e per completarla davvero, a chissà quando.
Intanto nessuno interviene, né deputati né senatori né la Regione o la Provincia né i sindaci di Soverato, Satriano, Gagliato, Argusto, Chiaravalle, Cardinale eccetera, né la gente.
Torniamo al rinvio al marzo 2025, cioè all’anno 2026 se siamo fortunati, e vi spiego come la penso e cosa si può fare con o senza i rinvii del TAR al 2028. Statemi bene a sentire.
1. La procedura giudiziaria è stata iniziata non da tutti i cittadini di Gagliato, ma solo da alcuni: alcuni, ciascuno con nome e cognome e particella catastale.
2. Questi “alcuni” hanno incaricato un legale, il quale ha ottenuto i suddetti rinvii.
3. Il rinvio al 13 marzo 2025 sospende, a quanto pare, l’attività dell’ANAS, ma non dovunque sulla faccia della Terra, bensì solo per quanto riguarda ogni singola proprietà di ogni singolo ricorrente. Immaginiamo che il proprietario Mevio sia tra i ricorrenti: ebbene, il rinvio SOSPENDE (sospende, non annulla!) le attività nella singola proprietà di Mevio; e solo nella proprietà di Mevio. Lo stesso per gli altri “alcuni”, ma ognuno per conto suo.
4. Se però Tizio, Caio e Sempronio, confinanti con Mevio e destinatari di atto di esproprio, non si sono opposti e non hanno firmato alcun incarico ad alcun legale, anzi sono pronti a farsi pagare l’esproprio, ciò significa che sono d’accordo con la strada, e “volenti non fit iniuria”, e i rinvii del TAR li lasciano del tutto indifferenti.
5. Perciò, a mio avviso, l’ANAS può tranquillamente agire nelle proprietà di Sempronio e Caio e Tizio, espropriandole, pagando l’esproprio e lavorandoci sopra. Deve però, l’ANAS, trascurare Mevio, che intanto si giova della sospensione. E deve, l’ANAS, pagare subito gli espropri. E Mevio? Fatti suoi, va avanti a rinvii.
6. Mevio si troverebbe la sua proprietà tutelata, almeno fino al 13 marzo 2025, però circondata da quelle di Caio e Sempronio e Tizio, che mai si sono opposti, e perciò nulla hanno a che vedere con il ricorso e con i molti rinvii; e in cui l’ANAS può e deve tranquillamente lavorare, giacché gli atti del TAR hanno efficacia solo nella proprietà di Mevio, e non in quelle dei limitanti: una situazione davvero curiosa.
7. E non è nemmeno lontanamente pensabile che l’avvocato di Mevio possa rappresentare in tribunale chi non lo ha minimamente incaricato di rappresentarlo; anzi non vuole essere rappresentato da lui o da chiunque altro. Intanto Tizio e Caio e Sempronio incasserebbero i soldi dell’esproprio, e Mevio inseguirà sogni e rinvii.
Questa è la mia idea; ora vediamo cosa intende fare l’ANAS.
Ulderico Nisticò