Trasversale delle Serre, criticità e ritardi negano lo sviluppo del territorio



In Calabria, in provincia di Vibo Valentia, c’è una zona montana chiamata “Le Serre”, le direttrici, le strade , per arrivarci e per partire sono due, la SS 182 e la SS 110, (buonanima, ora SP ex SS 110). La strada statale 182 venne istituita nel 1953 con il seguente percorso: dal Porto di Vibo Valentia Marina, via Serra San Bruno, e da qua all’innesto con la SS 106 – Soverato Marina. La SP ex SS 110 ha una lunga storia che risale all’epoca dei Borboni:

La strada fu voluta per la prima volta nel 1837 da Ferdinando II delle Due Sicilie per potenziare gli stabilimenti siderurgici di Mongiana e Ferdinandea operanti sin dal 1782. La strada collega la provincia di Reggio Calabria con quella di Vibo Valentia e va da Monasterace, via Serra San Bruno, al porto di Pizzo Calabro. Venne asfaltata completamente tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso.

Il 24 novembre 2019 (circa cinque anni fa) all’altezza di monte Campanaro una frana, per un fronte di circa 200 metri, ha interrotto il collegamento con Serra San Bruno, Mongiana, Monasterace e non è stata mai più ripristinata.

Entrambe le strade si intersecavano nel comune di Serra San Bruno consentendo, seppur con grandi difficoltà per l’orografia del territorio e per le condizioni climatiche avverse, di raggiungere tutti i paesi delle Serre. Negli ultimi anni la SS 182 è stata quasi interamente sostituita dalla SS 173 – Trasversale delle Serre, che consente un agevole collegamento con la SS 106 ionica (Soverato), mentre resta da ultimare per il tratto che porta all’autostrada A2.

Rimanendo orfano questo territorio della SS 110 (ex) che, bene o male, consentiva un accesso verso l’autostrada A2, la Stazione Ferroviaria e l’Aeroporto di Lamezia Terme, nonché verso i Porti di Vibo Marina e Pizzo Calabro, l’unico sbocco verso queste destinazioni , per tutti i comuni delle Serre , rimaneva la strada provinciale n. 53 Vallelonga -Vazzano. Sono otto chilometri che presentano, effettivamente, delle difficoltà di percorso.

Ma quali sono i motivi di queste difficoltà? Sono di natura strutturale o dovuti ad altro? Noi , da cittadini delle zone interne, pensiamo di avere diritto di vivere e di lavorare nei nostri paesi al pari di tutti i cittadini italiani, però se vengono chiuse le vie di comunicazione ci costringono a chiudere le nostre attività, tutta la nostra buona volontà di rimanere, di produrre, di dare servizi al territorio, non ha ragione di esistere. Per questo non può essere accettato che per risolvere il problema di una strada in sofferenza si trovi come unica soluzione quella di interdire il traffico ai mezzi superiori a 65 quintali.

La politica ha il compito di definire il destino dei propri territori e non può , per sua colpa e per incapacità amministrativa , decidere di farli morire anziché intraprendere azioni che ne facilitano la crescita economica e sociale. Le strade hanno bisogno di manutenzione, vanno pulite le cunette che sono essenziali per il defluire delle acque, va tagliata la vegetazione che invade la carreggiata, va assicurata una segnaletica stradale, orizzontale e verticale, che consenta la massima sicurezza a tutti i mezzi, e poi non è possibile che l’asfalto, dopo qualche mese dalla sua posa , si sbricioli come neve al sole; possibile che nessuno vigili sui lavori? Sulla qualità dei prodotti utilizzati? Sulla correttezza della esecuzione dei lavori? Basterebbe fare queste cose sulla stessa provinciale n.53 Vallelonga-Vazzano per consentire il traffico a tutti i mezzi e non lavarsi le mani affiggendo un cartello con su scritto “attenzione traffico vietato si mezzi pesanti”.

Dr. Fioravante Schiavello
Presidente comitato “Trasversale delle Serre – 50 anni di sviluppo negato”