Si è tenuto venerdì scorso dinanzi al Giudice per le indagini preliminari, Dott. Bonifacio, l’interrogatorio di garanzia per Abdalrahman Shvan, iracheno dell’89, accusato, assieme ad altre 26 persone, tutte di nazionalità straniera, a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti sul territorio nazionale.
Il presunto scafista, latitante sin dall’anno 2020, era destinatario di una misura cautelare in carcere e dopo essere stato dichiarato irreperibile è stato tratto in arresto in Olanda.
Dopo avere scontato circa due mesi di carcerazione nei paesi bassi è stato poi tradotto presso la casa circondariale di Rebibbia dalla quale, in videoconferenza, con l’assistenza di un interprete ha partecipato all’interrogatorio di garanzia.
I fatti contestati risalgono al periodo 2018-2020 quando, secondo l’ipotesi accusatoria, l’indagato assieme ai suoi sodali avrebbe ideato ed organizzato una complessa organizzazione criminale volta a favorire l’ingresso illegale di una moltitudine di stranieri sul territorio nazionale.
Secondo gli inquirenti le partenze erano per lo più organizzate dalle coste della Turchia e della Grecia. Alcuni episodi specifici riportano di ingressi di clandestini sulle coste calabresi in particolare nel crotonese, ottobre 2018, e nel basso ionio soveratese in Guardavalle sempre nell’anno 2018.
L’indagato, assistito dal collegio difensivo composto dagli avvocati Vincenzo Garzaniti e Luca Procopio, durante l’interrogatorio ha dichiarato di avvalersi della facoltà di non rispondere.
I legali del detenuto a conclusione dell’interrogatorio hanno dichiarato di dover approfondire gli atti di indagine per comprendere al meglio la posizione del loro assistito riservando all’esito apposita istanza per la revoca della misura cautelare e per chiederne il trasferimento presso una struttura carceraria più vicina ai luoghi ove si svolgerà il processo.