Alle ore 07.00 del 21 novembre, niente commissario della Calabria. O stanno litigando PD e 5 stelle, o non riescono a trovare uno disposto a fare la figura di Cotticelli, Zuccatelli e Gaudio, o a trovare la scappatoia come Strada. Intanto Tallini si dimette da una carica da cui è già decaduto ope legis.
Conosco gente onestissima che voterebbe Tallini anche se si candidasse a sultano dei Saraceni; e del resto, non crederò mai che i Grande Aracri, o qualsiasi altra banda, siano capaci di indirizzare tante migliaia di voti. Attenzione, non difendo o accuso Tallini: ma non faccio passare una banale equazione Tallini = mafia; e lo stesso se al posto di Tallini mettete Pinco o Palla o Caio o Mevio o Sempronio.
Sentite cosa scrive, attorno al 1830, Giacomo Leopardi circa le elezioni:
Chi dir potria le pratiche, i maneggi,
Le discordie, il romor, le fazioni
Che sogliono accader quando le greggi
Procedono a sì fatte elezioni,
Per empier qual si sia specie di seggi,
Non che sforniti rifornire i troni?
Insomma, per mettere assieme 8000 e passa voti, ce ne vuole; e ci vogliono almeno cinquant’anni di ogni genere di politica politicante e giravolte, e amicizie, e favori, e un attimo di residuo di ideologia…
Se poi il Tallini di turno o Tallone o Talletto o Taluccio si rendono disponibili a malversazioni, peculato e ogni sorta di baratterie da Inf. XXI e XII, e se la veda la magistratura, c’è una considerazione ovvia, e che però sfugge a moltissimi: in un mondo complesso com’è questo nostro borghese, nessuno può rubare da solo, soprattutto se sta ai vertici. Un politico, poi, non ruba nel senso che si porta a casa le penne e la carta igienica dell’ufficio, ma dirigendo la politica X per fare un favore a Y, eccetera. Ciò non può avvenire senza la complicità consapevole e attiva di dirigenti, vice dirigenti, funzionari, dattilografi e uscieri; e senza che ognuno di costoro ci guadagni qualcosa in soldi, in promozioni, in ferie occulte e in tutto ciò che vi detta la fantasia più perversa. Compresa la perversa, se c’è di mezzo la dea Venere!
E se il politico Tallante o Taldetalli propone una cosa sbagliata e il Consiglio gliela vota, la complicità è generalizzata e legale.
Ma torniamo agli uffici. Credo pochissimo alla favoletta degli onesti impiegatucci “intimiditi” dai cattivi mafiosi tipo testa di cavallo nel letto. Sono finiti i tempi della mafia primordiale, arcaica, violenta, a suo modo epica. Ogni, niente andres agathòi, solo affaristi; e che non spararono, comprano.
Si compra in denaro liquido, ma anche in figli cui far vincere il concorso (ogni riferimento è puramente casuale… ), eccetera. E chissà se anche in premi letterari…
Ecco perché tutti in silenzio, partiti di maggioranza regionale e partiti di più o meno finta opposizione; e scrittori, poeti, professoroni universitari…
Mimmo Tallini, si chiedono i Calabresi: chi era costui?
Tanto più che il tracotante Morra ha segnato una spaventosa autorete, tipica della sua infondata superbia; e tutti parlano di Morra…
Ricapitolando: le indagini devono partire dai politicanti e scendere via via anche fino all’ultimo usciere della Regione. Ci sarà, un motivo, perché la Calabria sia, come è, la terzultima d’Europa?
Ulderico Nisticò