L’imprenditore Paolo Paoletti, in carcere dal 29 ottobre, sarebbe riuscito a lucrare anche sugli infortuni sul lavoro dei suoi dipendenti.
Procura e Guardia di Finanza sostengono che vi sarebbe stato un vero e proprio copione da seguire in caso di incidente: lo sfortunato lavoratore doveva prima togliersi gli abiti da lavoro e poi dichiarare ai sanitari del pronto soccorso di essersi fatto male a casa.
In questo modo il titolare dei supermercati avrebbe evitato attenzioni da parte degli organi di controllo che in caso di ispezioni sui luoghi di lavoro avrebbero potuto riscontare violazioni in materia di sicurezza ed igiene, sanzionando pesantemente il datore di lavoro.
Inoltre, la denuncia degli infortuni sul lavoro avrebbe un altro effetto economicamente importante per il datore di lavoro: l’aumento del premio assicurativo da pagare all’Inail.
Infatti, la tariffa applicata alla singola impresa per singolo lavoratore è suscettibile di un’oscillazione in riduzione o in aumento in relazione all’andamento degli infortuni e delle malattie professionali all’interno dell’azienda stessa.
In sintesi Paoletti avrebbe avuto ottimi motivi per spingere i dipendenti infortunati a dichiarare il falso. Non così invece per i lavoratori.