Unanime apprezzamento per l’approfondita relazione tenuta dal dottor Emanuele Giordano
Un seminario scientifico molto partecipato e ricco di spunti di riflessione. Consensi unanimi per il convegno promosso presso la palestra “Flex Gym” di Soverato dal progetto culturale “Naturium” sul tema: “Alimentazione e sport. Alimentazione Evolutiva. Dalla Dieta Mediterranea, alla Vegetariana alla Vegana. Prospettive e differenze. Problemi e adattamenti”. Dopo il saluto del promotore del progetto “Naturium”, Giovanni Sgrò, ha introdotto i lavori il dottor Francesco Pungitore, giornalista esperto in tematiche alimentari e della salute, che ha rimarcato le enormi potenzialità di un corretto stile di vita alimentare nel miglioramento complessivo degli stati di salute e di benessere delle persone. Ha, quindi, portato il suo personale plauso all’iniziativa il dottor Pino Pipicelli, vicepresidente nazionale dell’Associazione Atleti diabetici, già primario di Diabetologia dell’Azienda sanitaria locale. Molto apprezzata l’approfondita relazione del dottor Emanuele Giordano che, oltre elencare i benefici effetti di una dieta in cui si va a ridurre fortemente il consumo animale, ha anche risposte alle numerose domande dei presenti. Il dott. Emanuele Giordano è fisiologo di medicina computazionale quantitativa, docente di biochimica degli alimenti e di digiuno intermittente, di teoria e metodologia dell’allenamento sportivo, di teoria della complessità dei modelli sistemici. Negli ultimi anni ha concentrato la sua ricerca sull’epidemiologia genetica delle scelte alimentari, sull’alimentazione vegetariane e mediterranea, sul ruolo dei mitocondri come chiave della longevità e della buona salute. “Se è vero – ha ribadito – che un regime alimentare basato sulla Dieta Mediterranea (essendo un regime a prevalenza vegetale), e un regime latto-ovo-vegetariano è perfettamente salutare ed efficace per qualsiasi attività performativa, lo stesso possiamo oggi dire con certezza per un regime di tipo vegano”. Secondo il dottore Giordano “rimane in ogni caso fondamentale in qualsiasi regime alimentare osservare la più ampia variabilità alimentare e una rotazione periodica dei cibi consumati”. “Se il cibo animale può avere avuto un ruolo importante nell’età paleolitica per la nostra sopravvivenza e sviluppo, oggi – ha continuato – le mutate condizioni ambientali e sociali e lo sviluppo avanzato del nostro corpo e cervello, ci offrono la possibilità di ridurre fortemente il consumo animale e di abolirlo completamente senza incorrere in carenze nutrizionali e problemi di salute, avendo l’accortezza e competenza di conoscere bene le straordinarie potenzialità del cibo di origine vegetale e le combinazioni e il completamento dei pasti. Esistono oggi poi rispettabili posizioni etiche e di sostenibilità ambientale ed ecologica che invitano a prendere seriamente in considerazione una forte riduzione e/o abolizione dei consumi animali”. Il dottore Giordano si occupato scientificamente soprattutto di digiuno intermittente e, nel corso del convegno, ha anche accennato a tale prassi. “Il digiuno intermittente – ha spiegato – è una modalità di alimentazione alternata (finestre di 16-24 ore di digiuno seguite da rialimentazione) estremamente efficace per riuscire a manipolare efficacemente quel meccanismo biologico di ricambio cellulare e riparazione noto come Autofagia (letteralmente: mangiare se stessi). L’Autofagia è un meccanismo che permette la riparazione e sostituzione dei mitocondri, organelli endocellulari deputati alla produzione di energia. I mitocondri vanno incontro a usura e il digiuno intermittente è uno dei mezzi più efficaci, attraverso cui è possibile rinnovarli e produrne di nuovi perfettamente funzionanti. Il meccanismo autofagico, che viene attivato intensamente solo durante periodi temporali di astensione dal cibo, ripara anche le membrane cellulari e le proteine alterate. Alternare momenti di astensione dal cibo a momenti di sovralimentazione consente di riparare durante il digiuno le strutture guaste e di ricostruirle in modo sano durante la sovralimentazione. Uno degli aspetti più interessanti della autofagia è il suo collegamento con l’invecchiamento, e la possibilità di manipolare l’autofagia per estendere la durata ma soprattutto la qualità della vita. Questo perché oggi sappiamo quanto i mitocondri siano fondamentali per far funzionare correttamente tutte le cellule del nostro corpo. Ci sono molte evidenze scientifiche di come il digiuno intermittente possa essere un mezzo molto efficace nella prevenzione di molte malattie. Il digiuno intermittente – ha concluso – è una pratica salutare che rappresenta una condizione evolutiva già presente nell’uomo preistorico, siamo geneticamente predisposti per sopportare periodi di digiuno, è una condizione naturale che l’uomo primitivo ha vissuto nel suo passato ancestrale e rappresenta un modello più evoluto e più facilmente realizzabile nel concreto della restrizione calorica permanente, che è un’altra pratica molto efficace ma non facilmente applicabile come il digiuno intermittente”. “Nella mia alimentazione – ha detto infine Giordano, rispondendo alle curiosità del pubblico in sala – ricerco la massima biodiversità raggiungibile, la rotazione alimentare frequente, imparare a fare la spesa, senza la quale non c’è buona alimentazione, e sedersi a tavola per vivere quanto più possibile un momento di convivialità, quindi evitare il più frequentemente che si possa mangiare da soli, prendendo sul serio l’affermazione di Kant, riferita in Antropologia dal Punto di Vista Pragmatico, secondo la quale non si dovrebbe mangiare senza compagnia e di come a tavola dovrebbero esserci sempre dalla tre alla nove persone: non meno delle Grazie e non più delle Muse”.