Successo di critica e di pubblico alla presentazione de “Il Silenzio della Solitudine” di Antonio Nania


La solitudine. Analizzata, scandagliata, narrata, descritta, vissuta in ogni sua faccia: questo il tema – purtroppo di scottante attualità – del prestigioso convivio culturale che si è tenuto per merito di Antonio Nania, autore del quaderno “Il Silenzio della Solitudine”. Sede dell’incontro, il Comune di Soverato su iniziativa dell’Università della Terza Età che ha inserito la pubblicazione di Nania nel suo ricco programma, sempre seguito da un’eccezionale platea sia per  numero che per cultura e attenzione.

“Il Silenzio della Solitudine”, quaderno di riflessioni di Antonio Nania, ha coinvolto in una corale partecipazione  la voce del cuore di tutti. Il lavoro letterario, dopo la presentazione della presidente prof. Sina Procopio Montebello, è stato introdotto dal generale Pasquale Martinello, il quale ha ricordato il curriculum professionale dell’autore e parlato dell’associazione Nazionale Consolidal. Sì è poi soffermato sulla solitudine in tutte le sue sfaccettature.

L’avv. Nania ha raccontato come la sensibilità del nipotino Antonio  gli abbia dato l’input a riflettere sulla solitudine che a sua volta genera il silenzio e che, comunque, c’è sempre un ritorno. Questo ritorno anche se non avviene nel luogo che si è lasciati si ha nel posto che abbiamo nella società. Gocce della narrativa sono state recitate con poetica bellezza dall’attore maestro Aldo Conforto, bravissimo interprete di tragedie greche e uno dei fondatori del Teatro di Calabria. 

Tra gli intervenuti, il  giornalista Luigi Stanizzi  ha tracciato un aspetto curioso, affermando che oggi con la disponibilità di abitazioni più ampie del passato ciascun componente della famiglia si sente più solo: i figli spesso restano chiusi nelle loro camere ed ed è sempre più raro comunicare, anche perché ormai i pasti raramente si consumano insieme.

Altri interventi di alto spessore del prof. Ulderico Nisticò, del prof. Francesco Condó,  dell’editore Danilo Carello, del dott. Domenico De Marco e della prof. Maria Rosaria Pedullá, che nel trarre le conclusioni ha detto come il silenzio possa essere inquietudine della ricerca,  capacità di ritrovare sé stessi, che il silenzio è anche musica, che il silenzio ha la capacità di generare messaggi.

Pasquale Talarico ha parlato della solitudine non come negatività ma privilegio, accennando alle sue giornate nel giardino sotto casa magari rimuginando un pensiero. Di sicuro,  i presenti all’incontro per un paio d’ore volate piacevolmente non si sono sentiti soli. E… neanche dopo!