Strage di Stato!


Sarebbero 66 i migranti dispersi a causa del ribaltamento di una barca a seguito di un’esplosione avvenuta a circa cento miglia dalle coste calabresi.

Secondo quanto ricostruito, il naufragio ha interessato una barca a vela partita presumibilmente dalla Turchia. Tra loro c’erano, secondo i testimoni, almeno 26 bambini; una giovane donna è morta dopo lo sbarco. In soccorso dell’imbarcazione è giunto un mercantile che ha trasferito 12 superstiti su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica.

Mentre a Lampedusa il veliero Nadir della Ong Resqschip ha trainato l’imbarcazione con 10 cadaveri nella stiva. Questo avviene a due giorni dalla “Giornata Mondiale del Rifugiato”.
Tutto ci riporta alla strage dei migranti a Steccato di Cutro e alle parole del Ministro Piantedosi che in quell’occasione, dimostrando un enorme disprezzo di ogni senso di umanità, affermava che i bambini muoiono per colpa dei genitori, perché la “disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”.

Quello che fa specie è la falsa solidarietà e la pietà di facciata che viene espressa in questi momenti drammatici da uomini e donne delle istituzioni nazionali e regionali. Infatti, tutto ciò fa a pugni con le affermazioni della Meloni e di esponenti del suo governo, nei confronti dei disperati della terra, rappresentati come “carico residuale” o “sbarco selettivo”, di qualche mese fa.

E’ evidente che non provano alcuna vergogna! Come non ricordare le ipocrisie degli stessi esponenti del governo – segnatamente la Meloni e il suo ministro Piantedosi – che nel mentre si consumava la tragedia di Cutro, affermavano che il governo “è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo”.

Perché non sarebbe difficile comprendere che gli esseri umani, tra cui bambini, salgono sui barconi sgangherati non per traversare il mare per venire in Italia in vacanza, ma per scappare dalla fame, dalla povertà e dalle guerre che l’opulento occidente capitalista provoca con la vendita di armi, come fa l’italiana Leonardo, e con lo sfruttamento degli esseri umani e di ogni fattispecie di risorsa naturale.

Comprende bene il governo italiano che impedire la partenza equivale ad una condanna a morte, come è già avvenuto con il decreto Minniti – esponente di prima fila del Pd – che ha contribuito attraverso gli accordi con la Libia al proliferare di quei lager libici nei quali venivano e vengono rinchiusi i migranti.

Così come sa bene il governo Meloni, quando sostiene la tesi dei “trafficanti di uomini”, che quando si mettono sullo stesso piano coloro che realizzano profitto sulla disperazione e quelli che salvano le vite, come le ONG, il risultato non può essere che la morte in mare.
Ma nonostante ciò si approva una legge contro le ONG.

Il risultato che si ottiene è quello di impedire che si organizzi un sistema adeguato, di mezzi e uomini, per il salvataggio in mare.
Quello che conta per le istituzioni europee, nazionali e locali, è fomentare la guerra tra poveri, per distogliere dai reali interessi del capitalismo, che continuano ad essere quelli di sempre: lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e del pianeta terra in tutte le sue componenti, per accumulare ulteriore capitale.

Pretendiamo che l’Italia rinunci immediatamente a queste politiche razziste per attuare quelle di inclusione sociale ed accoglienza, che impediscano lo schiavismo, la ghettizzazione e i fenomeni di caporalato.
Deve essere garantito il diritto a spostarsi perché emigrare è un diritto inviolabile e si ha il dovere di garantirlo: queste persone scappano dalla guerra, dalla disperazione e dalla miseria e va riconosciuto loro lo status di profughi.
La disorganizzazione italiana nel gestire questo fenomeno, ripetiamo, è causata dal razzismo e dal cinismo delle politiche liberiste fino ad ora attuate.

L’Italia, tra l’altro, ha il minor numero di profughi sul territorio rispetto, per esempio, alla Germania. Va condivisa la proposta di tante organizzazioni che a livello internazionale propongono la creazione di corridoi umanitari in modo tale da consentire che si certifichi lo status di profughi a chi ne ha diritto, perché è nostro preciso dovere farli arrivare vivi e non morti, per poi farli andare dove desiderano.
La soluzione non è quella di pattugliare i mari vicino alla costa italiana, ma quella di togliere questi disperati dalle mani delle mafie italiane e straniere.

La questione centrale rimane il capitalismo mondiale e la sua crisi che ripropongono all’umanità tutto il peggio del ‘900: miseria, guerre, razzismo, reazione, devastazione ambientale.

Solo una società socialista che riporti la produzione e le risorse naturali sotto il controllo cosciente dei lavoratori e dei popoli può liberare l’umanità dalla barbarie, aprire un orizzonte nuovo, offrire un futuro degno alle nuove generazioni.