Meritevole cosa che Rai Calabria getti lo sguardo sui borghi storici; magari nei particolari avrei da eccepire, ma, nel complesso, l’iniziativa va benissimo. A Stilo, però, troppa Cattolica, e troppo poco il resto; e troppi monaci e non meglio definita “spiritualità”, e poco e niente la vita politica, civile, economica; e quella religiosa secolare e popolare. La cultura ufficiale calabrese è sempre troppo politicamente ed ecclesiasticamente corretta!
Appena un cenno a Tommaso Campanella, sotto le vaghe spoglie di “grande uomo del Rinascimento”, senza precisare chi fosse e che facesse nella vita. Francesco Cozza, non pervenuto. Chi era? Non ve lo dico: studiate, ogni tanto!
Quanto a dimenticare Campanella, Stilo e la Rai sono in numerosa compagnia, in questo 650mo della nascita del filosofo e poeta, e pietra miliare della filosofia europea. Siamo a metà maggio, e non se ne sono ricordati:
– lo Stato italiano;
– la Regione Calabria;
– l’Area Metropolitana o Provincia che dir si voglia;
– il Comune;
– l’Università della Calabria, che possiede un corso di laurea in filosofia; le altre Università; le Scuole;
– i giornali e la cultura calabrese in genere…
– eccetera: insomma, nessuno.
Passerà il 2018, e la Calabria farà come con s. Francesco di Paola, s. Nilo, Giglio e infinite altre occasioni gettate al vento.
Non è solo pigrizia e scarsa conoscenza dei fatti; è che gli intellettuali ufficiali sono dei veri maniaci dell’ideologia, e se una cosa non è ideologica, non esiste. Inutile spiegare che l’opera importante del Campanella è la “Metafisica”: per loro conta solo l’assurda congiura, come se fra Tommaso fosse un agitatore sociale di professione, e non il sommo filosofo che fu.
Se non possono infilarci un predicozzo rottame degli anni 1970, gli intellettuali calabri non aprono bocca; a parte che non muovono un dito senza adeguati finanziamenti segue cena! Oh, lo terranno un convegno come avvenne per Sirleto, più ignoto di una riunione dei Beati Paoli a Palermo nel XVIII secolo; e il 99,9% degli esseri umani non ne saprà niente. Magari daranno anche uno spettacolo teatrale di quelli che la gente dorme, e volano intanto soldi nelle tasche di qualcuno.
Avevo sperato che la Corigliano, divenuta assessore alla Cultura della Regione, facesse qualcosa per Campanella: manco per niente.
Ulderico Nisticò