L’Italia e l’Europa. Conte è una persona istruita, perciò spero di potergli scrivere direttamente in latino; se no, se lo faccia tradurre, da qualcuno che non sia la “ministra” della scuola, la quale non ha la faccia di una che abbia tanto studiato. Così canta Virgilio: Una salus victis, nullam sperare salutem. Letteralmente, i vinti non hanno alcuna speranza se non nella disperazione; più terra terra, o la va o la spacca. O, come disse il generale agli Alpini circondati dai Russi, “Tutti i vivi all’assalto”, e passarono.
Se non è una sceneggiata, Conte ha risposto a brutto muso alle varie Ursule e ai burocrati di Bruxelles. Ed è l’unica cosa da fare: spendere, indebitarsi, sorvolare su tutti gli intoppi dei passacarte e di leggi e leggine.
Se no, usciamo da questa Europa, e ognuno per sé. Tanto le frontiere sono giù chiuse!
Spendere a fiumi: e se qualcuno ci marcia? Peccato che, nel 1994, a qualche fesso di turno sia venuto a mente di abolire la pena di morte prevista, fino ad allora, dal Codice Militare di guerra. Chi fu il fesso? Pensate voi Pannella o qualche altro buonista? Macché: fu Berlusconi con Fini e Bossi. Alla faccia del neofascismo: furono solo un neo.
Ma un bell’ergastolo a sciacalli, avvoltoi e imbroglioni, quello ancora ci sta. Si legge di canaglie che entrano a forza nelle case vuote dei ricoverati: ah, ma è “la loro cultura”! Si sente di magliari che bussano fingendosi operatori dell’ASP.
Si legge di mascherine fasulle spacciate per buone, e vendute, in anticipo, a caro prezzo, per essere poi gettate nella spazzatura.
Serve l’esercito? Sì, ma con ordini precisi, e che difendano il militare dalle fantasie giurierotiche di qualche procuratore laureato con CEPU.
Nel complesso, finora l’ordine pubblico regge, tra disposizioni contraddittorie, e gente che parte con un decreto e arriva con un altro… e autocertificazioni che cambiano ogni due giorni.
Quello che potrebbe saltare è il sistema sanitario: bisognerà ripensarlo integralmente, dopo.
Ulderico Nisticò