Se non fosse che mi piace prima documentarmi, forse anch’io avrei pensato che l’albero di Natale eretto a Piazza Venezia, Roma, fosse peggio del già famoso “spelacchio” dell’anno scorso. Se mi fossi fermato all’enfasi che giornaloni come Repubblica, Corriere e Messaggero hanno voluto trasmettere all’opinione pubblica, evidentemente con l’obiettivo di puntare il dito contro Virginia Raggi, avrei fatto come molti discepoli di questa carta stampata e pubblicato sui social la notiziona con una sana e ironica cattiveria. Però, purtroppo, ho cercato prima di tutto di usare la testa e come primo impatto ho pensato che qualcuno, senza stupirsi troppo, avesse sabotato quell’albero per fini politici.
Del resto se si riesce a distrarre fondi destinati all’Unicef o far pagare agli italiani i debiti di grandi industriali con le banche, un albero di Natale non è una grande sfida per questi furbetti. Poi, però, mi sono detto che da un atteggiamento del genere, a parte un ipotetico vantaggio politico, non si avrebbe avuto alcun guadagno monetario e forse il gioco non sarebbe valso la candela.
Dopo un paio di giorni, finalmente, l’onestà intellettuale di qualcuno ha prevalso sullo stillicidio politico e, anche se a denti stretti, la verità è venuta fuori. Quello che è stato ribattezzato Spezzacchio, in realtà è un albero che ha avuto alcuni rami spezzati, volontariamente per facilitarne il trasporto e fisiologicamente per rotture impreviste. In entrambi i casi, così come per tutti gli alberi che vengono donati, il lavoro di erezione prevede non solo l’addobbo di stelle filanti, palline e luci, ma anche il riattaccare i rami che necessariamente si sono dovuti staccare. Tutto nella norma dunque. E se i giornaloni con grande difficoltà e in sordina hanno rettificato la notizia, i digitatori folli di notizie da mercato rionale si guardano bene dall’ammettere sui social il loro errore sperando che passi il periodo e il loro bel post, se non cancellato, venga dimenticato.
Non so come verrà decorato quell’Albero di Natale, magari sarà più brutto di Spelacchio, ma voglio fare una scommessa: se l’albero sarà spettacolare, fatto con classe e con gusto, quanti tra coloro che oggi denigrano saranno pronti a decantarne la bellezza?
Gianni Ianni Palarchio (Blog)