Soverato – La Notte dell’Ippocampo e le risorse naturalistiche del territorio


v60Il mese di ottobre, il decimo dell’anno, è il mese che si caratterizza per una minore esposizione alla luce del sole. Si torna indietro di un’ora in tutta l’unione europea ed è anche il mese in cui sono accaduti avvenimenti molto importanti fra cui, per citarne alcuni, le due Germanie che si riuniscono, viene lanciato il primo satellite nello spazio e inaugurata l’Autostrada del Sole. Viene riscoperta l’America e trasmesso il primo episodio di Candy Candy, il Vajont, Winny the Pooh e finalmente, a Soverato, il 1° di ottobre avremo la Notte dell’Ippocampo.
Lungi da me dall’entrare in polemica con l’organizzazione, anzi,credo che l’evento debba essere storicizzato e istituzionalizzato, ma una considerazione in merito mi sento di farla come già è accaduto per l’edizione 2015.
Le risorse naturalistiche del territorio sono il punto di forza di una comunità che, presuntuosamente, tende a basare la propria economia sul turismo ma, la fortunata posizione della città sul mare, non pone Soverato di diritto sul mercato. Il turismo oggi ha necessità di avere, al tempo stesso, le certezze storiche del settore (servizi, posti letto, infrastrutture) e offerte differenziate ricercatissime dal turismo esperienziale dei nostri giorni.
Il territorio di Soverato potrebbe essere vocato ad un turismo di tal genere sia per la sua centralità logistica sia anche per le eccellenze naturalistiche storico archeologiche. Purtroppo una grave miopia politica ha infettato gli occhi di molti amministratori locali, provinciali e regionali fino al punto di non credere in questo settore. Il quadrilatero formato da Soverato Vecchio, l’Orto Botanico, l’Area Archeologica Sommersa e il Parco Marino Regionale Baia di Soverato sono le eccellenze “altre” tutte ricadenti nel comune di Soverato che potrebbero differenziare l’offerta turistica in città.
Cosa si muove intorno a ciò? Sappiamo che è stato ottenuto un finanziamento misero per Soverato Vecchio, abbiamo certezza che è stata decespugliata la selva che impediva il cammino verso la Necropoli Sicula a San Nicola, sappiamo che si sta tentando una gestione dell’Orto Botanico Santicelli. Sappiamo altresì che continua l’opera volontaristica dell’Ass. Paolo Orsi sul monitoraggio della zona San Nicola, come sappiamo che è incessante il lavoro per la realizzazione di un percorso subacqueo archeologico sempre nella stessa area portato avanti senza fini di lucro dall’ Ass. Kodros capitanata da Stefano Mariottini. Non abbiamo invece notizie di alcuna espressione di questa amministrazione comunale riguardo la realizzazione del cosidetto progetto Regionale di ” Intervento Integrato per il completamento delle opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale”. Mi riferisco, nello specifico alla barriera soffolta costituita essenzialmente da due pennelli di 35 metri ed una diga foranea di circa 120 metri costituita da roccia e calcestruzzo probabilmente non biocompatibile che verrà edificata all’interno del Parco Marino Regionale e a ridosso di un’area sottoposta a vincolo archeologico che se realizzata in tal sifatta maniera, potrebbe renderebbe orfana del suo simbolo la Notte dell’Ippocampo.
Nulla di nuovo sotto il cielo dell’ippocampo quindi. Il comitato Salviamo la Scarpina lo va dicendo in giro per la Calabria dall’estate del 2014 nelle piazze, nelle sale, in trasmissioni come Linea Blu di Rai Uno e in tutti quei luoghi dove è possibile fare una corretta informazione.
Vista anche la necessità di compiere dei passi legali, il Comitato spontaneo si è costituito in forma associativa chiamandosi “Associazione Culturale SALVIAMO LA SCARPINA…E NON SOLO”, regolarmente costituita con atto depositato e presidente l’avvocato Vincenzo Nesci di Soverato.
Una delle azioni legali e di denuncia è stata presentata il 10 agosto 2016, come formale opposizione al Progetto Definitivo, corredando il tutto con gli autorevoli pareri di studiosi tutti concordi sul danno che questo tipo di opere creano sulle coste. Altri sono i tipi di intervento ecosostenibili che possono essere realizzati e di cui saremo sostenitori.
Nel frattempo godiamoci la Notte dell’Ippocampo 2016…

Oreste Montebello


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