Soverato – Beni archeologici a rischio


ceram.-mortaraIl Gruppo archeologico “Paolo Orsi” di Soverato lancia un “S.O.S.” per i beni archeologici di Soverato che potrebbero essere nuovamente a rischio. “Proprio nell’area archeologica dell’ampio sito Mortara-Mangiafico dove è stata rinvenuta la fattoria ellenistica e la testa del Sileno è stato costruito- ha così dichiarato la direttrice del gruppo archeologico, Angela Maida- si è costruito. Nuovi cantieri edili sorgono come quello in località Caramante, in cui vi è un solo archeologo che sta seguendo i lavori. In altri termini si scava e si costruisce sui i resti della nostra storia”. L’associazione ha così articolato alla “Gazzetta del Sud” una denuncia molto grave di uno scempio che si consumerebbe sotto gli occhi tutta la comunità. Sembrerebbe che si scava e si costruisce ancora dove nel 2013 sono stati rinvenuti i resti di una fattoria di età ellenistica fra gli ulivi e nel 2014 è stata rinvenuta la testa di un “Sileno”,una figura della mitologia greca . Dei passi successivi alle scoperte non siamo informati, ma l’intervento della Soprintendenza era stato molto incisivo nel vincolare l’area interessata. Dal 1926 in questa zona sono iniziate i ritrovamenti di resti di interesse archeologico con l’ispettore Marino Mazzara, sono proseguite con don Gnolfo, con Mimì Caminiti, con il soprintendente E. Lattanzi ed infine con il Gruppo archeologico “Paolo Orsi” di Soverato. Le ricognizioni e lo scavo effettuati dalla Soprintendenza nel 1997 sull’attuale via Don Pilla, dove da anni si accumulano rifiuti, avevano accertato la presenza di fattorie ellenistiche. Il materiale archeologico conservato nel Teatro comunale di Soverato, proviene da un cantiere di Mangiafico, sempre area di Mortara e sempre a 100 metri dai saggi attuali ed è stato recuperato nel 2008. Si tratta di materiale arcaico ed ellenistico: frammenti di laterizi, anfore, ceramica anche a vernice nera e addirittura frammenti di marmo antico. Non dimentichiamo, inoltre, che la scoperta di un prezioso tesoretto monetale, composto da 32 monete d’argento di epoca ellenistica, proviene proprio dalla vasta area di Mortara (loc. Sopralupo). Come appurato dagli studiosi, un ripostiglio di questa natura testimonia l’emergenza di accumulare piccole fortune in un periodo di grande instabilità (280 a. C.), quando le prime incursioni di Roma cominciano a destare preoccupazione anche nei nostri territori. “La Soprintendenza per i Beni Archeologici ha imposto- ha così proseguito Angela Maida- per l’area di Mortara la procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico ai sensi degli artt. 95 e 96 del D.Lgs.163/06, così da dare applicazione all’articolo 28, comma 4, del codice dei Beni Culturali. Dal momento che la Soprintendenza preposta, in conseguenza dell’emersione di elementi archeologicamente significativi ha ritenuto di interesse l’area, dopo tanto cemento ci aspettavamo un segnale di attenzione per la storia soveratese sia da parte delle istituzioni che da parte delle imprese edili. Che altre prove servono ancora per capire che l’area è di sicura rilevanza archeologica? A questo punto viene da chiedersi se l’area è stata effettivamente vincolata? “. Interrogativi che attendono delle risposte concrete dagli organi preposti.

Maria Anita Chiefari


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