Ci sono state le elezioni in Slovacchia, e ha vinto un partito filorusso. Non conosco, e credo quasi nessuno conosca le dinamiche della politica interna slovacca, però, ragionando in termini di politica internazionale, non mi stupisco più di tanto.
Per capirci, serve una domanda tutt’altro che campata in aria: dov’è la Slovacchia? E già, non sono affatto sicuro che gli attuali cinquantenni, usciti da scuole con poca storia e niente geografia, sappiano qualcosa di Albania, Armenia, Bosnia, Croazia, Estonia, Germania non più Ovest ed est, Kossovo, Lettonia, Lituania, Macedonia Nord, Moldavia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia… e delle stesse Russia e Ucraina.
È per questo che, nell’anno sociale della Terza Età 2023-4, terrò un corso di STORIA CONTEMPORANEA 1945-2024. Iscrivetevi. Ma torniamo alla Slovacchia, e, senza farla molto lunga, partiamo dal 1867, quando i domini degli Asburgo si strutturarono in una “duplice monarchia”: l’Impero d’Austria e il Regno d’Ungheria, con due governi e lo stesso sovrano e alcuni poteri imperialregi.
La Slovacchia faceva parte dell’Ungheria; mentre, da secoli, era legata a Vienna la Boemia. Durante la Prima guerra mondiale (1914-18) si fece strada l’idea di formare uno Stato degli slavi del Danubio; e già negli ultimi mesi di guerra compare in Italia una divisione cecoslovacca, costituita con prigionieri di guerra liberati. Crollata l’Austria-Ungheria, nacque lo Stato della Cecoslovacchia.
I fatti mostrarono subito che era un’invenzione intellettualistica e libresca, e di pochi politici. La Cecoslovacchia risultò un assurdo di 13 milioni di abitanti, di cui 3 boemi e moravi (cechi), 2 slovacchi, 1 ungheresi, 4 milioni di tedeschi dei Sudeti, e minoranze varie, tra cui una forte della Rutenia, nell’attuale… indovinate… Ucraina. Aiahii!
Nel 1919 i tedeschi dei Sudeti si ribellarono e vennero repressi con le armi, considerandosi da allora come occupati dalla Cecoslovacchia. Lo stesso accadde agli ungheresi.
Niente affatto migliore la situazione interna. Una costituzione iperdemocratica dava di fatto la supremazia a Praga sul resto dello Stato; gli slovacchi espressero in ogni modo la loro contrarietà.
Nel 1935, i tedeschi dei Sudeti decisero per la prima volta di partecipare alle elezioni… e risultarono il partito di maggioranza relativa. Aiahii! Nel 1938 si venne alla crisi, e l’incontro di Monaco, voluto dall’Italia, sancì l’annessione dei Sudeti alla Germania.
Gli slovacchi colsero l’occasione per ribellarsi, e proclamarono l’indipendenza. La Polonia minacciò la guerra e si prese Tesin. L’Ungheria prese le armi, ma risolse la questione l’Arbitrato italotedesco di Vienna. Al poco che restava di Boemia toccò rassegnarsi a divenire un protettorato tedesco.
Durante la Seconda guerra mondiale la Slovacchia, governata da un sacerdote cattolico, mons. Tiso, partecipò all’attacco all’Unione Sovietica.
Nel 1945, i vincitori ricostituirono a forza la Cecoslovacchia, questa volta comunista. Nel 1968 ci fu un modesto tentativo di comunismo democratico – l’ircocervo!!! – subito represso da truppe sovietiche nel più muto silenzio dell’Occidente, della NATO e dell’ONU e dell’altro.
Caduto il comunismo dovunque, accadde che, il 2 gennaio 1992, la Cecoslovacchia svanì nella massima indifferenza del mondo e dei suoi abitanti, a parte qualche intellettuale cui dava fastidio ammettere che non era mai esistita, e che anche nel 1938 l’Asse aveva fatto bene a levarsela di torno.
Oggi troviamo una Repubblica Ceca (Cechia) con capitale Praga e una Slovacchia con capitale Bratislava, due Stati indipendenti che fanno parte entrambi dell’Europa (dis)Unita: il che, come sappiamo, non è una garanzia di concordia. Fanno anche parte della NATO, ma si vede che nemmeno ciò conta un granché. La Slovacchia e la R. Ceca fanno parte dei sovranisti del gruppo di Visegrád.
Staremo a vedere.
Ulderico Nisticò