Sgrò (Naturium): “Giusta la protesta degli agricoltori”


Un appello ai governi per l’ascolto e per il cambiamento 

Nel cuore delle crescenti tensioni agricole che attraversano l’Europa, Giovanni Sgrò, fondatore del progetto culturale Naturium, dà voce anche in Calabria al coro di dissenso che si leva dalle campagne. Con una grande manifestazione che si profila all’orizzonte di Roma, Sgrò articola in un post appassionato le ragioni di un movimento che, sebbene variegato nelle sue espressioni, trova unità nella richiesta di un cambiamento radicale. La sua posizione non è solo quella di un osservatore; Sgrò si pone come difensore e portavoce di una causa che ritiene “sia importante che giusta”, mettendo in luce le sfide che i piccoli produttori affrontano in un’era di crescente burocrazia e competitività tecnologica.

Sgrò critica apertamente un sistema che, a suo dire, favorisce le grandi aziende a discapito dei piccoli produttori. Il fondatore di Naturium dipinge un quadro di disuguaglianza, dove le entità maggiori prosperano grazie al supporto della finanza e a operazioni su larga scala, mentre i piccoli agricoltori lottano per mantenere le loro tradizioni e il loro modo di vita. Questi ultimi, come Sgrò li descrive nel suo post, sono “gente semplice” che chiede trasparenza, certezze, e azioni concrete piuttosto che promesse vuote. Il loro legame con la terra, il valore che attribuiscono alla fatica quotidiana, alla comunità e alla genuinità delle relazioni umane, emerge come un punto focale della sua argomentazione.

In questo contesto, le parole di Sgrò suonano come un appello urgente per un riallineamento delle priorità politiche, affinché tengano conto delle esigenze reali del settore agricolo. Egli sottolinea l’importanza di preservare un equilibrio millenario, ricordando che la “luce” delle piccole aziende agricole rischia di “spegnersi” sotto il peso di una regolamentazione inadeguata e di un sostegno insufficiente.

La posizione di Sgrò, quindi, non è solo una difesa degli agricoltori calabresi, italiani ed europei, ma una visione per il futuro dell’agricoltura: un futuro in cui le politiche siano formulate con un occhio alla sostenibilità ambientale e anche alla sostenibilità sociale ed economica di coloro che, giorno dopo giorno, lavorano la terra. Attraverso il suo appello, invita a un dialogo costruttivo che possa portare a soluzioni equilibrate, capaci di rispondere tanto alle esigenze del pianeta quanto a quelle delle persone che lo abitano.