Badolato sconfigge molti concorrenti in tutta Italia. Ne sono lieto; e mi piacerebbe scomporre il dato, e sapere se e quanto la Calabria abbia contribuito; e, francamente, non ho visto chissà quale impegno. Forse, anzi di certo si poteva fare meglio.
È tuttavia il secondo posto nazionale è un risultato lusinghiero, e bisogna farne tesoro a vantaggio di Badolato e di tutta la Calabria. Conosco abbastanza Badolato – anche per esperienze personali, qualcuna discutibile – per affermare che come primissima operazione, il paese deve superare quell’aspetto pesante della tradizione calabrese che è la conflittualità tra gruppi e tra persone. Vale per tutta la Calabria, ma qui stiamo parlando di Badolato, dove il problema c’è.
Affacciato questo affettuoso rimprovero, veniamo alle lodi. Badolato arriva a un risultato per cui si lavora da decenni; e ottenendo un esito meritevole di riflessione.
La Marina, dove vive di fatto la maggior parte della popolazione, è una delle meno peggiori della devastata costa ionica; e ha una zona balneare.
Il borgo – e qui ne parliamo sotto l’aspetto sociologico – è bene utilizzato per manifestazioni di buono e ottimo livello; abitato, sarebbe tutt’altra storia, e non sarebbe più il borgo ma una selva di paraboliche e inquinamento.
È questa la scommessa da vincere: come fare di Badolato un’attrazione turistica, senza però modificarne la natura; come permettere di raggiungere il centro storico senza farne un enorme parcheggio. Numerose esperienze dimostrano che, con l’organizzazione, si può fare.
Bisogna ancora di più valorizzare il grande patrimonio storico. Parlo di interventi sostanziali, e perciò sostanziosi, non di pannicelli caldi. Bisogna mettere mano non solo ai grandi edifici – penso, uno per tutti, a San Domenico – ma a quelle tracce di antichità che un osservatore esperto nota, di case che forse furono antiche torri… Ne occorre una mappatura con criteri scientifici.
È utilissimo insistere con manifestazioni, però a patto che siano di alto livello, affinché il nome di Badolato sia legato solo alla qualità.
Per tutto questo e molto altro, occorrono certo adeguati finanziamenti, ma anche, e forse soprattutto operazioni di alta dignità culturale.
Intanto, congratulazioni.
Ulderico Nisticò