“Non buttate via il cibo, se pranzate fuori e non riuscite a mangiare tutto, fatevelo chiudere in una vaschetta di alluminio e portatelo a casa”.
E’ l’appello rivolto ai frequentatori di locali e ristoranti da Lorenzo Cianflone, proprietario del Top Country, di Serrastretta, il quale ha lanciato una moda, che stanno seguendo molti suoi colleghi ristoratori della provincia di Catanzaro: cioè confezionare in vaschette di alluminio fette di pizza o cibo rimasto nei piatti, in buone condizioni, al fine di evitare sprechi alimentari.
Un’abitudine che, in verità, nel nord Italia ha preso piede già da diversi anni, anche nei ristoranti più lussuosi, dove i cibi intonsi vengono confezionati in eleganti scatoline per poter essere consumati successivamente. “Non bisogna pensare che sia motivo di imbarazzo- dice Cianflone- chiedere al ristoratore di incartare le pietanze che non si sono consumate, bisogna invece mettersi nell’ottica che il cibo va rispettato e, se resta nel piatto intonso è giusto portarlo a casa. Mi fa piacere che altri locali abbiano preso questa abitudine, anche per lanciare un messaggio contro gli sprechi. Anche nei negozi di alimentari, ho visto che i prodotti vicini alla scadenza li stanno vendendo molto scontati per favorirne la vendita e il consumo. Sarebbe opportuno- suggerisce Cianflone- che anche le pasticcerie facessero come in molte città del nord, dove giunti a fine serata i proprietari dei bar vendono le torte ad un prezzo inferiore per evitare il rischio di buttar via il non venduto”.
Il problema degli sprechi alimentari è tristemente presente a Lamezia. “C’è gente che si permette il lusso di buttare via il cibo- dice la signora Giovanna-. Certe immagini, per strada, sono un pugno nello stomaco. Quando ho abitato al nord non ho mai visto tanto cibo buttato sulla strada”.
A parlare così è una donna di Lamezia, la quale critica la cattiva abitudine che hanno certe persone di gettare a cuor leggero il cibo nella spazzatura.
Carne, pane, pasta, frutta, pizze, dolci. Cibo di ogni genere si vede per le strade e, specialmente, vicino ai cassonetti. “Mi stupisce – commenta la signora, disoccupata- che in tempo di crisi la gente si permetta il lusso di buttare il cibo, mentre altri, come me, fanno fatica ad arrivare a fine mese”.
Nelle vie di Lamezia c’è di tutto, ai piedi di cassonetti, ai bordi di strade, nelle aiuole di giardini, nelle scalinate dei supermercati.
Salami, pizze, panini, dolci, cassette di frutta e verdura abbandonate per strada, fette di carne quasi intonse, crocchette, polpette, patate fritte, buste neppure aperte di mozzarelle e altri cibi che vengono quotidianamente buttati via, per la gioia di cani e gatti randagi.
Secondo Coldiretti, ogni cittadino butta 76 chili di prodotti alimentari all’ anno, mentre, a livello nazionale, tonnellate di alimenti vengono gettate nella spazzatura. A livello mondiale, secondo i dati Fao, un terzo del cibo prodotto viene sprecato, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica.
Antonella Mongiardo