Sul minore punito dopo un anno dall’essere stato trovato in possesso di un preservativo sigillato, ho interrogato una seconda volta il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in seguito all’audizione del preside della scuola e dei genitori del minore tenuta lo scorso 10 giugno dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza della regione Calabria, Antonio Marziale. Ho chiesto ACCERTAMENTI sui dirigenti apicali dell’istituto e dell’Ufficio Scolastico della Calabria, sia per verificarne l’adeguatezza rispetto al ruolo pubblico svolto, sia per consentire alla scuola in questione, dell’obbligo, di assolvere alla sua funzione educativa senza discriminazioni e penalizzazioni a danno degli studenti.
Alla luce della compiuta relazione del Garante, il minore in questione è stato gravemente prostrato, in quanto punito in ritardo e senza la possibilità di difendersi. La scuola non ha poi previsto un percorso di formazione per il ragazzo.
La scuola non ha badato alla maturazione del bambino, quasi isolato come portatore di un virus. Siamo di fronte, come ha illustrato il Garante, a mancanze pedagogiche molto evidenti della stessa scuola, che ha gestito in modo anomalo l’intera vicenda, venendo meno ai propri doveri educativi. Altro aspetto grave è l’ASSENZA dell’Ufficio scolastico della Calabria, che all’audizione davanti al Garante ha perfino delegato in sua vece il dirigente della scuola di Soverato, senza comprendere la delicatezza del caso e l’importanza della presenza istituzionale.
Dalila Nesci – Movimento Cinque Stelle