“L’arte di Michelangelo Drosi a 140 anni dalla nascita, tra umanizzazione e plasticità” questo il tema del convegno promosso dall’Amministrazione Comunale di Satriano, Assessorato alla Cultura, presso il Centro Giovanile “Don Bosco”. Qui sono state esposte , per l’occasione, alcune delle opere realizzate dai Drosi e gigantografie riproducenti statue e sculture. L’iniziativa è servita per mettere in luce l’arte dei Drosi di Satriano di cui Michelangelo rappresenta l’ultima generazione, dopo il nonno Nicola e il padre Pietro che insieme a Michelangelo, venivano detti santari per aver realizzato statue di santi, sparsi nelle chiese di tutti il circondario , della Calabria e della lontane Americhe. L’incontro si è svolto in una sala gremita di persone attente e interessate , tra cui molti parenti e nipoti degli artisti protagonisti dell’evento . In un clima natalizio e festoso si sono succeduti gli interventi , coordinati dal giornalista Fabio Guarna. Assenti per motivi di salute, Gigi Drosi, sacerdote nipote degli artisti e Bernardino Comerci, autore della tesi di laurea sull’arte scultorea dei Drosi, discussa all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria. A dare avvio all’incontro, l’assessore al ramo, Alessandro Catalano, che ha riferito come l’iniziativa rappresenti il primo di una serie di incontri con l’arte dei Drosi, il prossimo riguarderà le opere che si trovano nelle abitazioni. Il sindaco, Michele Drosi, in qualità anche di nipote di Michelangelo, ha tratto delle brevi considerazioni sulla semplicità artistica dei Drosi, che sono stati liberi da ogni scuola e da ogni formazione artistica sviluppando un percorso personale attingendo unicamente dalla loro cultura , dal loro paese , dalla loro natura , dai loro concittadini, traendo spunto dalla vita quotidiana della cultura calabrese. Giuseppe Campisi, funzionario della Sovrintendenza dei Beni Culturali della Calabria , ha sottolineato come con l’avvio della nuova programmazione dei Fondi Europei del prossimo gennaio 2017, che vede interessate , attraverso i fondi cultura , le aree archeologiche , i musei ma anche opere d’arte mobili, quali sculture , dipinti e statue, si potrebbe proporre un progetto per completare la catalogazione , la diffusione, la conoscenza , la salvaguardia e la tutela delle loro opere.
Campisi ha anche evidenziato il “genus voci” contenuto nelle opere di legno realizzate dai Drosi, che mette in risalto anche il bosco, il territorio, la manualità e la sensibilità del prodotto rappresentato. Ha concluso auspicando che i giovani possano essere stimolati a riscoprire il valore dell’arte e a incentivarlo attraverso l’attività di botteghe e laboratori artigianali e decorativi. Oreste Sergi Pyrrò,architetto ed esperto d’arte, ha sottolineato la valenza delle sculture dei Drosi, ed ha affermato di essere rimasto sorpreso del loro genere artistico approfondendo lo studio delle loro opere, spesso non molto apprezzate e valorizzate dagli storici dell’arte locale,forse perché i Drosi scolpivano le statue che non apparivano mai in atteggiamenti di gloria e con ricchi panneggi, ma con modestia e semplicità, rivestite dalla dignità del loro contegno e sono quindi opere “vere” lontane da qualsiasi scuola artistica. L’architetto ha, poi, sottolineato come i Drosi abbiano assorbito la cultura della vicina Serra San Bruno legata a quella di Napoli e come Pietro, rispetto al figlio e al padre, abbia avuto degli esiti molto importanti , evidenti in tutte le statue. Attraverso alcune slide ha, quindi, ripercorso le opere dei Drosi evidenziandone i particolari, come, per esempio, nel caso della statua di San Francesco di Paola, dove il volto viene scolpito con il naso leggermente aquilino, le gote scavate e la barba folta e divisa in due ciocche . Ma l’abilità di Pietro , ha rilevato Sergi Pyrrò,sta anche nei particolari degli occhi e delle mani dove emergono le caratteristiche in maniera eccezionale. L’architetto ha poi fatto cenno ai pessimi restauri che tante volte cancellano la memoria dell’artista e all’abbandono in lugubri magazzini di vere opere d’arte. In conclusione, il sindaco ha annunciato che nel orso del 2017 sarà messa in cantiere una importante iniziativa sulle opere dei Drosi e di altri scultori calabresi, alla presenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Rosanna Paravati