Le Iene sono tornate in Calabria per parlare nuovamente di sanità. In particolare, martedì scorso, è andato in onda un servizio realizzato dall’inviato Gaetano Pecoraro che ha messo acora una volta a nudo un sistema che continua a mostrare enormi criticità, tra concorsi andati deserti, l’arrivo dei medici cubani e di tantissimi medici e infermieri assunti, in particolare all’Asp di Reggio Calabria, ma letteralmente ‘imboscati’.
Nel servizio della strasmissione di Italia Uno viene intervistato il sindacalista Nuccio Azzarà che spiega “vengono chiamati da Cuba ma in realtà in Calabria i medici ci sono. Stiamo parlando di 1200 medici assunti all’Asp di Reggio Calabria a vario titolo e impiegati per un fabbisogno di 200 posti letto attivi”.
Per fare un paragone dell’enorme spoporzione parliamo di sei medici a paziente. A Modena (che può essere paragonata per grandezza a Reggio Calabria) per 1.108 pazienti di medici ce ne sono 665.
Lo stesso presidente Occhiuto ha ammesso “molti di questi medici sono imbucati” . Ma il governatore rassicura l’inviato mediaset “da quando ci sono io non si imbuca più nessuno“. Eppure l’elenco di ‘imboscati’ sciorinato dal giornalista continua.
Come nel caso del dottor Giovanni Calogero, medico assunto presso il 118 di Taurianova, una struttura fatiscente dove il servizio di emergenza-urgenza versa in condizioni drammatiche. Ma il dottore, invece di stare a bordo di un’ambulanza o in allerta al centralino del 118, ha fondato una scuola di formazione, di cui, però, non è possibile reperire alcun atto costitutivo.
E ancora, il dottor Girolamo Morano, un biologo regolarmente assunto presso l’ospedale di Cittanova dove, invece di stare in laboratorio, coordina un servizio di navette. Mentre il terzo caso è quello del dottor Giuseppe Zuccarelli, che dovrebbe lavorare come oculista all’ospedale di Melito Porto Salvo ma è contemporaneamente direttore sanitario di quell’ospedale e di un’altro ospedale, lo spoke di Polistena. Peraltro, viene precisato, senza averne i requisiti.
E allora, la domanda sorge spontanea: perché prima di assoldare medici in Calabria non sistemiamo i sanitari ‘fuori posto’ nella nostra Regione? Ai posteri l’ardua sentenza, con la promessa del governatore “Dobbiamo avere il tempo di farlo”.