La Calabria, con tutte le sue bellezze e con tutti i suoi 750 km di mare, e con tutta la sua storia, risulta la QUATTORDICESIMA su venti regioni d’Italia per presenze turistiche: come dire che la Calabria fa cattivo uso della potenziale risorsa turistica. Il Consiglio regionale, partendo da questa desolante considerazione, propone rimedi. Vedremo.
Quali sono le cause? Non c’entrano molto le difficoltà di trasporti: località come il Salento, Siena, Gubbio, Positano, le Cinque Terre, etc, sono più difficili da raggiungere, e la gente ci va lo stesso.
Le cause della cattiva situazione sono, a mio parere, due:
– il dilettantismo diffuso e la scarsa professionalità;
– la mentalità prevalentemente, se non solamente balneare.
L’una cosa tira l’altra. Per offrire la balneazione e basta, non occorre professionalità: bastano un lido alla buona, una spiaggia discretamente pulita, qualche ombrellone, e poco e approssimativo personale.
Solo che il turista del 2023 non è quello dei Vitelloni; e anche per il mare, ci vuole accoglienza di un certo livello. E il mare, anche per i più affezionati all’acqua salata, a un certo orario finisce, e l’ospite cerca anche come passare la serata. A Rimini, per esempio, è il contrario: si va al mare, ma per aspettare la serata!
Ripensiamo dunque il turismo, con questi obiettivi:
– politica dei prezzi, non BASSI ma GIUSTI;
– allungare la stagione estiva, che troppo spesso finisce il 20 agosto;
– rivolgersi dunque a un turismo estero, nordico, per cui il nostro autunno è ancora appetibile; agli anziani italiani e stranieri;
– liberarsi dalla stantia fissazione di Ibiza e Canarie e sballi vari: la Calabria è vocata a un turismo medio e di famiglia, e per gente tranquilla. Non so se vi piace, ma è così: in Romagna fanno divertire perché i Romagnoli si divertono da secoli e secoli… e non mi fate approfondire il concetto;
– valorizzare l’agriturismo, ma quello vero, non pizzeria con pergolato;
– ricordarsi che il turista non è un macaco, e se lo portate a visitare aree archeologiche e chiese e la Pietà del Gagini, vi ringrazia. Se moltissimi soveratesi con tre lauree non l’hanno mai vista, peggio per loro.
– a patto di non affidare la narrazione della storia o a pesantissimi intellettuali piagnoni a pagamento, o a sbarcatori di Ulisse che mai sbarcò, o Italo vegetariano che invece sicuramente si abboffava di soppressate;
– a proposito, dieta mediterranea vuol dire mangiare bene; e in questo è difficile che qualcuno batta la Calabria;
– professionalità di tutti: operatori, albergatori, gestori di lidi, guide… e conoscitori genuini della Calabria vera, che non è finita nel IV secolo aC con la Magna Grecia, anzi…
Auguri.
Ulderico Nisticò