Il 2 Ottobre 1974 in un incidente d’auto perde la vita il Primo Presidente della Giunta Regionale della Calabria prof. ANTONIO GUARASCI.
La morte dell’amico prof GUARASCI ha svelato ai calabresi uno stile di vita vincente perché onesto e pulito, perché culturalmente provveduto ; una grandezza di vita nelle vicende ordinarie e quotidiane su cui pure , ed ancor più oggi, bisognerà fermarsi per riflettere, per ritrovare consapevolezza autentica.
Ancora oggi ci rendiamo conto che è necessario parlare di Lui , perché la sua limpida testimonianza non rimanga nascosta, ma alimenti la vita di tanti che non ebbero il dono di conoscerlo personalmente e di essere arricchiti dal rapporto di AMICIZIA con lui ; perché la sua fede negli ideali democratici e di libertà, così profonda e serena, possa ancora costituire una forza per tanti, oggi smarriti, delusi , incerti, rassegnati ; perché il suo impegno politico, a favore principalmente dei soggetti più deboli ed emarginati, ci stimoli ancora a perseguire con ferrea tenacia un obiettivo di solidarietà per tutti che l ‘imbarbarimento della nostra vita, ed il conseguente riflusso nel privato o negli egoismi corporativi di gruppo, rischia di fare sfumare.
Proprio nel nostro tempo, in questo tempo così difficile per la vita e l’evoluzione della nostra comunità , ricordare ANTONIO GUARASCI significa soprattutto esaltare il suo impegno al dialogo ed alla costruzione comune, nel rispetto della posizione degli altri, nella ricerca aperta e leale di punti di incontro, nella comprensione di non essere il possessore di soluzioni assolute che gli altri dovessero solo accettare, nella leale amicizia con ogni uomo che incontrava, qualunque fosse la sua ideologia, perché l’uomo vale per sé non per l’ ideologia che professa.
Questo stile di vita è stata caratteristica costante della personalità di ANTONIO GUARASCI.
E’ significativo che , accolto con una certa diffidenza per la sua matrice politica alla presidenza del primo governo regionale della Calabria, GUARASCI seppe, in breve tempo, conquistare la stima di tutte le componenti politiche, per la sua disponibilità umana, per l’apertura agli apporti di tutti, riuscendo così a superare e far superare contrasti, divergenze ideologiche, tensioni emotive e guidando la Regione in un momento difficilissimo della sua storia.
<” Ritengo – aveva detto – che la scelta della mia persona non sia dovuta ad altro che alle idee che ho sempre professato nella DC ed alla possibilità che ho avuto di manifestarle e di comunicarle ed anche al modo con cui esse sono state recepite da tutti i gruppi politici che mi hanno accettato come presidente della Giunta ed anche dai gruppi che, pur non volendomi, non hanno con asprezza contestato che ciò avvenisse “ >.
Era convinto che quelle sue idee < avessero trovato larga accoglienza nella vita democratica della Regione > e che da quelle idee < fossero nate le proposte che hanno trovato la possibilità di confronto e di conciliazione con quelle degli altri gruppi politici>.
Credeva nella “razionalità della politica ed alle scelte che avvengono non in base agli accordi di vertice o sottobanco e ad altri espedienti ….” E’ vero, esiste una politica di potere, esiste il fascismo del potere o – come è stato detto – un suo volto demoniaco . Ma una scelta in democrazia ha sempre una lunga elaborazione , una meditazione collegiale su cui alla conclusione debbono incontrarsi i consensi che vanno al di là di coloro cui è dovuta fondamentalmente la scelta.In tutto vi è una logica anche se questa non è la logica solita di comodo, la logica della politica, che , in fondo, è sempre incontro e scontro di opinioni e di forze”>.
L’uomo, come ogni uomo, ha certo avuto i suoi limiti : ma essi sembrano assai di più il rovescio inevitabile della sua positiva intuizione politica che un tradimento o una smentita di essa.
La verità è che GUARASCI ha vissuto fino in fondo una logica dell’azione politica che è forse l’unica pienamente coerente con la democrazia della società moderna. Fra il machiavellismo di chi privilegia gli strumento per la conquista del potere ed il velleitarismo utopico di chi predica gli obiettivi ma trascura i mezzi , GUARASCI ha avuto dell’azione politica una concezione personalistica : ha puntato su quanto nella vita si muove , fra passioni , peccati, egoismi intenzioni di vario genere e natura, ma interpretandole e spingendole secondo una logica.
GUARASCI non ha mai forzato la natura delle questioni politiche ; vi è entrato dentro, le ha seguite nella loro complessità, le ha depurate dalle contraddizioni , assecondando le linee di tendenza, con quel tanto di intervento per evitare che potessero degradare.
E’ questo il realismo politico e per questo realismo dirà < “ …..Non è che bisogna sempre vincere. Prima di giungere al centro-sinistra ed essere chiamata a partecipare al potere la prima sinistra democristiana calabrese attese dieci anni” >. Oppure : <” Una nuova politica per la Calabria sorge appunto da uno sforzo comune che può avere il suo risvolto anche nella classe dirigente locale, nel Comune, nella Provincia, nella Regione, nei Partiti e nei Sindacati ; solo da una comune volontà di lottare ma di lottare offrendo soluzioni giuste , plausibili , elaborate ed attuabili, non in modo astratto o demagogico , o campanilistico o elettoralistico ; solo da una siffatta volontà può sorgere una NUOVA CALABRIA e riusciremo a fare della Regione un valido strumento democratico di spinta nei confronti dello Stato.
Nella sua azione politica GUARASCI ha avuto sempre permanente il collegamento costante con la società : < “ i problemi di oggi sono più importanti dei problemi di ieri e noi potremo dare ad essi la giusta carica politica se sapremo collegarli con le masse contadine calabresi, con i ceti medi, con gli intellettuali e con i giovani indirizzando, come abbiamo sempre fatto, verso di loro il nostro impegno.
A giudizio unanime , ANTONIO GUARASCI era riuscito a presentare il <caso Calabria > in un modo diverso ed in tal modo a guadagnarsi la stima generale : non una regione in cerca di momentanei favori, ma una regione che aspirava al recupero, globale e fisiologicamente vitale, che, partendo da uno sviluppo materiale , fosse in grado di trasformare l’intera società calabrese.
ANTONIO GUARASCI è stato anticipatore della nuova funzione di governo, che ancora oggi da tante parti viene reclamata.
E’ stato un uomo di sintesi perché ha dialogato a fondo con la gente calabrese, soprattutto con le forze sociali , sindacali ed imprenditoriali.
Ricordare oggi ANTONIO GUARASCI significa assumere l’impegno di quelle scelte coraggiose, non tattiche o imbrigliate da naturale trasformismo, che hanno costituito il fondamento costante della sua vita e della sua operosità politica.
Questo impegno è l ‘ unico fiore che possiamo deporre sulla sua tomba, l’unica testimonianza che possiamo oggi offrire al ricordo di ANTONIO GUARASCI.
Sergio Scarpino