In Badolato anni fa è stato chiuso il passaggio a livello che permetteva a tutti di raggiungere facilmente il mare e le campagne sotto ferrovia a pedoni, lavoratori e automobilisti. In sua sostituzione le FS (oggi RFI) hanno costruito un sottopasso, 500 m. circa più a nord a stretto contatto con la trafficata statale 106.
Alla prova dei fatti e visti gli incidenti, però, tale tortuoso sottopasso risulta pericoloso per tutti i pedoni e specialmente per le donne che, nelle ore notturne e anche d’estate, hanno paura di utilizzarlo perché si sentono molto insicure.
Così, con il passare del tempo sta montando la protesta e la richiesta di ripristinare il vecchio passaggio a livello, che permetterebbe un più comodo transito a tutti, in particolare ad anziani, nonché a mamme col passeggino e a disabili con le carrozzelle.
I cittadini di Badolato si sentono, in gran parte, defraudati di un diritto, quello di poter usufruire del proprio mare e del proprio tempo libero nelle aree di verde attrezzato. Alcuni fanno osservare che i passaggi a livello sono rimasti in numerosi paesi lungo la ferrovia: basti pensare a Soverato, a Guardavalle, a Roccella Jonica.
Altri si soffermano sul fatto che dal 1875 che esiste tale passaggio a livello non si è mai lamentato il pur minimo incidente di qualsiasi genere; eppure il transito dei treni prima era assai frequente (in media ad un’ora di distanza) mentre adesso sono diradati di molto.
Taluni osservano che con il muro di cemento grezzo a ridosso dei binari è stato deturpato pure il paesaggio delle “Via del mare” che era uno dei posti più belli della zona. Qualcuno insiste nel dire che così si negano persino i diritti umani e sociali ad una comunità che ospita il passaggio della ferrovia e i cittadini vanno rispettati e non usurpati dei propri diritti essenziali di libera e comoda mobilità.
Insomma, c’è da immaginare che continuerà sempre di più la protesta dei badolatesi contro la chiusura del passaggio a livello. E storicamente Badolato ha fama di paese assai tenace nelle sue lotte sociali. Meglio quindi assecondare le richieste della riapertura, restituendo, appunto, il diritto di passaggio.
Altrimenti – assicurano alcuni – si potrebbe persino ricorrere alla Corte Europea di Giustizia. Intanto si stanno raccogliendo le firme da presentare a Comune e alle Ferrovie.
Domenico Lanciano