Non sono un professore e non posso vantare nessun titolo accademico, quello che so l’ho imparato vivendo i miei 52 anni e la mia modesta e a tratti inutile vita da dipendente.
Non si può certo dire che il professor Ciluzzi non sia lesto di penna e forse anche di favella, una qualità rara se esercitata con perizia. Secondo il professore l’avversione al partito che sostiene con tanto vigore, da parte di più di metà del paese Italia sarebbe da annoverarsi tra i fenomeni visionari di massa. Voglio anche pensare che quanto da lui snocciolato sia frutto di una genuina buonafede ma i fatti vanno raccontati senza omissioni e mai interpretati col livore del tesserato di partito.
Quindi caro Professore e Cittadini tutti, quando si parla degli 80 euro ricordiamo che gli stessi sono stati voluti a cavallo della elezioni europee e tanto sapore di propaganda hanno avuto, pagata da noi cittadini in maniera coatta. Le modalità stesse con cui il provvedimento è stato pensato sono tra le più inique mai immaginate, si sono lasciati fuori le pensione minime, i redditi al di sotto degli 8000 euro e tutti gli incapienti, si sono erogati mensilmente a chi guadagnava fino a 26000 euro di reddito annuo salvo poi richiederli indietro in un’unica soluzione se nel frattempo si è perso il lavoro. Oltre la beffa anche il danno.
E del Jobs act che dire, sono recenti le stime di ridimensionamento dei numeri che molto impietosamente rivelano che tra le nuove assunzioni sono andate a finire annoverate le normalizzazioni di quelle già in essere e dei precari, la tanto attesa rivoluzione di questo provvedimento non a torto contestato all’arma bianca in Francia e sommessamente accettato alle nostre latitudini, non è stata tale, in molti hanno assunto personale che alla fine degli incentivi di Stato tornerà a fare quello che ha sempre fatto, il disoccupato. La voce “a tempo indeterminato” non esiste più perché sostituita da “contratto a tutele crescenti” che è tutto un programma. D’altro canto ha rivelato la sua vera vocazione, quella di uno straordinario strumento di licenziamento e alleggerimento di fardelli inutili, anche loro tuttavia umani perché di umanità stiamo parlando.
La precarizzazione di una nazione ha sempre reso poco visibili gli orizzonti dello sviluppo perché a fronte di lavoro e guadagni incerti anche i consumi rallentano e con essi l’economia intera.
Sulla stessa scia propagandistica di un uomo grande seminatore di clientele ritroviamo i 500 euro ai docenti e il bonus bebè destinato oramai sempre più ai nuovi italiani extracomunitari che da tempo stanno colonizzando il nostro paese purtroppo tristemente adagiato su un modello di italica cultura scaduta e meno avvenente di un chador. Perché, già che se ne parla, la gestione dell’immigrazione clandestina o rifugiati che dir si voglia più che un salvataggio di gente in mare ha le connotazioni di un vero e proprio bussiness ben orchestrato che permette a qualcuno di “mangiarsi” i fondi europei destinati all’accoglienza. Faccio fatica a pensare che i renziani siano anche umanamente più dotati, più buoni degli altri italiani, la quintessenza della misericordia divina, con la medaglina della madonna al collo e l’acqua santa nel bicchiere (il loro) mi riesce più facile pensare a come questi infelici, che andrebbero aiutati a casa loro, siano diventati purtroppo uno strumento di ricatto all’Europa non convenzionale.
I buonismi, i volemose bene, fanno parte di una cultura soporifera da cui mi auguro ci si stia svegliando, i risultati dell’invasione silenziosa sono sotto gli occhi di tutti e quello che si profila all’orizzonte è una bomba sociale di dimensioni apocalittiche.
Per i fannulloni, condivido con Lei l’attenzione che è stata posta sull’argomento e semmai riusciranno a licenziarne uno sarò lieto di stringerLe la mano ma non usiamo argomenti come questo o “il dopo di noi” che parlano alla pancia della gente come diversivi strumentali dai problemi veri.
E’ fuori di ogni dubbio che è stata abolita l’IMU sui terreni agricoli e la TASI, vera anche la riduzione dell’IRAP ma vede professore, qui da tempo assistiamo al gioco delle tre carte, si diminuisce un tributo da una parte e se ne aumenta un altro, la spazzatura per esempio, nonostante le diverse realtà di raccolta differenziata, continua ad aumentare insieme all’acqua che in un lontano referendum disatteso abbiamo voluto pubblica e che sempre più privata ci ritroviamo. C’era una volta l’ICI tassa certo poco gradita agli italiani ma che permetteva ai comuni di avere un proprio gettito fiscale fisso con cui pianificare spese e investimenti, qualcuno iniziò a brandire l’abolizione dell’ICI come un arma per vincere le elezioni e da quel momento gli italioti iniziarono a respirare con la cannuccia sommersi da tasse nazionali, regionali, provinciali, comunali e condominiali. Dalle politiche di sinistra ci saremmo aspettati provvedimenti di sinistra magari anche antipatici ma che tenessero conto di una certa giustizia sociale, un ICI per tutti ma più salata per i più ricchi e per i palazzinari, una patrimoniale sui redditi divini, una confisca di beni agli evasori, elusori, corrotti e corruttori, l’aggressione di 100.000 pensioni d’oro immeritate per aumentare le pensioni minime e mandare la gente in pensione a 60 anni se ne ha lavorato 40. Questo e molto altro ci saremmo aspettati da un governo di sinistra, non solo la legge sui diritti civili agli omosessuali, e invece no, al grido di “l’Europa lo vuole” , becero pretesto opportunista, si sono create sacche di malcontento che stanno per esplodere mentre gente come Lei si chiede perché.
E’ vero, l’inciucio piace e quello della riforma costituzionale è probabilmente quello meglio riuscito, si continua a sostenere una sostanziale riduzione dei senatori nascondendo di fatto il modus operandi con cui questa riforma è stata voluta e cioè a colpi di fiducia, da un governo di non eletti in collaborazione con un pregiudicato. Non si procede così , non si mortificano 70 anni di repubblica seppur sbilenca e traballante ma con una costituzione pensata per tutti da un assemblea costituente di uomini di ben altra statura.
Noi non siamo contro la riforma della Costituzione, siamo contro la “Sua” riforma della Costituzione non certo espressione pluralista del popolo ma fortemente aderente a biechi interessi di bassa lega, uno tra tutti, un goffo tentativo di golpe istituzionale da cui non sapremmo più come uscirne ed è per questo motivo che il referendum di ottobre sarà la madre di tutte le battaglie, perché in gioco c’è la libertà del popolo italiano. Un NO secco vi ridurrà al lumicino.
L’Europa ? E’ storia di oggi il micidiale gancio che ha incassato.
Oddio ma quanto scrive il professore, forse proprio perché a Roma non ha niente da fare in pensione ma io invece che stento a stargli dietro devo correre al lavoro e la mia pensione probabilmente la vedrò da morto per cui mi congedo umilmente e la saluto.
PS: si affretti Renzi a ricambiare nuovamente l’Italicum, ha due anni di tempo prima della disfatta finale.
Arriveder le stelle.
Domenico Giampà
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