Non intendo minimamente qui paragonare una cosa immensa con quelle piccole e piccolissime, ma solo fare un discorso di politologia. Se avessimo vinto la Seconda guerra mondiale, o se questa non ci fosse stata, oggi saremmo (con tutti gli umani difetti) nell’anno 96mo dell’Era fascista, e ciò perché tra il 1922 e il 1942 non c’era in Italia alcuna alternativa politicamente seria, ma o quattro intellettuali nostalgici e isolati o quelli che Guareschi chiama “schiamazzi notturni a sfondo antifascista”. Cosa sarebbe il fascismo dell’anno 96mo, è un divertente discorso di ucronia, e ognuno lo faccia se vuole; ma certo, se nel 1950 e 1960 eccetera gli Italiani avessero potuto liberamente votare, avrebbero votato per il duce o per entusiasmo o per mancanza d’altro.
Venendo alle cose piccole e piccolissime, nel 2018 si voterà per le politiche, e, a tutt’oggi, non si scorge manco l’ombra di un’alternativa a Renzi: l’opposizione interna, quella nel PD, è composta di scarni residuati dei primordi della Prima repubblica; quella esterna la fa solo la Lega, e nemmeno troppo ordinata e incisiva; mentre Forza Italia, o quel che rimane, è sempre pronta a qualche nazzarenata bis. Se in un anno e mezzo non nasce per miracolo qualcosa, e in politica i miracoli non avvengono, Renzi ha già vinto.
Prima o poi dovremo votare in Calabria. Qui il partito di governo regionale, il PD, versa in stato comatoso, in mano a uno zombi politico (per il resto, santo subito) qual è Magorno; e la Giunta di Alto Profilo appare curarsi solo di tendere agguati a Sgura per poter nominare qualche fasullo primario senza titoli e senza concorso. Il PD suddetto passa il suo gramo tempo a litigare all’interno… interno, si fa per dire, giacchè mi piacerebbe sapere quanti calabresi ne hanno la tessera. La Calabria consolida i suoi primati di ultima d’Italia in qualsiasi cosa che non sia o mafia (con ampio mestiere dell’antimafia segue cena) o inefficienza. Non ci sarebbe bisogno della gloriosa sconfitta di Alamein e di schierare tutta la potenza angloamericana, per abbattere Oliverio e gli Altiprofili, basterebbe un venticello di primavera. Ce ne sarebbero di occasioni per l’opposizione, a cominciare dall’assenza assoluta di ogni politica culturale!
E invece quando torniamo a votare, Oliverio o chi per esso vinceranno per assenza assoluta di qualsiasi altra cosa che vagamente somigli a un’opposizione. Io voterò, se lo trovo, per qualche gruppetto che somigli al MSI, e sarà tutto. Gli altri, o voteranno Oliverio o se ne staranno a casa o si conteranno gli oppositori sulle dita.
Né vale affacciare l’esempio di Cosenza, che fu una faccenda tutta di Occhiuto; e la gente ha votato Occhiuto, e per lui e per non votare il povero Guccione candidato in articulo mortis. Occhiuto, non certo il suo partito, la cui esistenza in vita è dubbia anche per i superstiti sostenitori, quattro gatti in tutta la Calabria.
Lo stesso, quando sarà, per Soverato.
Ulderico Nisticò