Relazione Dia: ecco chi della ‘ndrangheta comanda in provincia di Catanzaro


In provincia di Catanzaro le operazioni di polizia giudiziaria condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed i provvedimenti interdittivi adottati dalla Prefettura, fotografano l’immagine di un territorio suddiviso in quattro aree geo-criminali, dove si rileva l’operatività delle storiche cosche di ‘ndrangheta che esercitano il loro potere evitando ogni contrasto tra loro.

L’area più instabile risulta essere quella di Lamezia Terme, ove continuerebbero ad operare le famiglie dei Iannazzo, dei Giampà, dei Cerra-Torcasio-Gualtieri. E’ quanto emerge della relazione sull’attività svolta nel primo semestre 2023 dalla Direzione Investigativa antimafia presentata questa mattina a Roma.

La relazione dedica un passaggio all’operazione “Svevia” che il 21 febbraio 2023 ha portato all’arresto di 59 soggetti per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. “I soggetti coinvolti – si legge nella relazione – potevano contare su stabili e continuative fonti di approvvigionamento, sia lametine che provenienti da fuori Regione, sfruttando i legami di parentela acquisita anche con famiglie stanziate a Roma”.

Le altre tre aree geo-criminali secondo la Dia sono l’area Jonio-Presila Catanzarese, dove estenderebbero la loro influenza le cosche Trapasso di San Leonardo di Cutro e Arena di Isola Capo Rizzuto. Quest’ultime sarebbero particolarmente attive nel settore del commercio di legname e derivati da impiegare nelle centrali termoelettriche. Dalla relazione emerge inoltre che nel territorio di Soverato opera la famiglia dei Gallace, collegata con le potenti cosche della provincia di Reggio Calabria e con altri gruppi ben radicati in Italia ed all’estero.

Per quanto attiene alterritorio della città di Catanzaro, sarebbero operative le cosche locali collegate a quelle della provincia di Crotone, quali Grande Aracri e Arena. Nei comuni limitrofi della città e, più precisamente, quelli del litorale costiero (Nocera Terinese e Falerna) sarebbe operativo il clan Bagalà, alleato con la famiglia Iannazzo, mentre nell’area del Monte Reventino, sarebbe attiva la famiglia Scalise contrapposta a quella dei Mezzatesta.

Nel quartiere Aranceto, a sud del capoluogo e roccaforte dei gruppi di etnia Rom, risultano presenti le famiglie Bevilacqua e Passalacqua dedite prevalentemente allo spaccio di sostanze stupefacenti ed ai furti di autoveicoli, colpite da recenti operazioni di polizia che ne avrebbero ridimensionato l’operatività. Nei quartieri Santa Mariae Lido, si confermerebbela presenza delle famiglie di etnia Rom Berlingeri, Passalacqua ed Abbruzzese, attive nel settore degli stupefacenti e del racket delle estorsioni.

Il 18 aprile 2023 la Polizia di Stato di Catanzaro nel corso dell’operazione “Sporca alleanza” ha tratto in arresto 62 soggetti collegati ai cosiddetti Zingari e alle famiglie collegate dei Bevilacqua-Passalacqua per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, armi ed estorsioni.

L’indagine ha evidenziato come i Passalacqua avessero la capacità di trattare forniture di cocaina ed eroina direttamente con trafficanti internazionali, in particolare partite di droga provenienti dalla Spagna e dall’Olanda. Il 15 giugno 2023 i Carabinieri di Catanzaro, nel corso dell’operazione denominata “Fangopoli”, hanno tratto in arresto 26 soggetti per traffico di rifiuti.

Le indagini hanno disvelato che i rifiuti riguardavano complessi ed articolati traffici riconducibili a tre società della provincia di Catanzaro e di Crotone, e che venivano trasportati e stoccati nelle sedi degli impianti delle predette società per essere sottoposti a trattamento.