Regione, cultura e meglio che niente


Una premessa, a favore di qualche malignetto, e di quelli che ancora, tosti di testa, si stupiscono che io, “intellettuale”, non sia di sinistra e buonista e fiaccolatore con palloncini a forma di coniglio: non posso, sono troppo grasso, rubizzo e sorridente; e mi manca l’aspetto magro e truce del taleb, plurale taleban.

 La premessa è che io non sono in vendita; e siccome tutti sanno che non sono in vendita, a comprarmi nemmeno ci provano, nemmeno, tanto meno quelli di destra (si fa per dire); e quando serve loro un pensatore, lo prendono a sinistra. Perciò, dicam quod sentio, scrivo quello che mi gira.

 Ho approvato Jole Santelli. Meno, molto di meno la sua Giunta, con particolare riferimento alla Cultura. Ecco cosa penso, e lo dico. Se mi sbaglio, correggetemi.

 Sento stamani per radio che Spirlì ha stanziato 150.000 euro per il convento di Sant’Ilarione di Castelvetere e 18.000 per una chiesa di Sambatello. Paiono soldi assai, ma “cu non fabbrica e cu non marita, non sapi chi esta a vita”, ovvero, a parte che bisogna togliere IVA e OVA, e che, con la Regione, stanziamento e soldi non sono sinonimi ma contrari, la cifra è modestissima; tranne che non si dichiari esplicitamente che, dopo una campagna di restauro del 2021, seguiranno quelle del 2022, 2023 eccetera, parimenti finanziate, in modo da programmare con certezza.

 I 18.000 euro, non valgono la corrente elettrica che spendo per scriverne.

E anche i due bandi per un totale di milioni due, paiono chissà quale Bengodi, e invece sono un massimo di 40.000 a richiesta, e il richiedente se ne deve buscare di suo 8.000… E togliete IVA eccetera; e il solito sedere piatto che manderà il denaro l’anno prossimo…

 Insomma… ma no, somma? alla fine della vendemmia, siamo al meglio che niente; alle solite dal 1970, con l’assessore alla Cultura scelto perché muto e decorativo.

 Attenzione, non sto facendo solo, e nemmeno soprattutto un fatto di soldi. È che in Calabria, dico in Calabria in genere, quindi anche alla Regione e Province e Comuni eccetera, manca un’idea della Calabria. Esempio: va bene iniziare a restaurare Sant’Ilarione, ma solo se durante i lavori si conduce una seria operazione culturale sulla Calabria romea (bizantina), sei secoli di Calabria romea, a seguito della quale io mi chiamo Nisticò, eccetera. E che non furono di monaci e tutti solo monaci come spacciano quelli ecclesiasticamente corretti, ma di contadini soldati dei “kastellia”, i paesi interni; di funzionari e militari, eccetera; e di letteratura e arte…

 Se no, l’eventuale turista portato a visitare Sant’Ilarione, vede un muro (più o meno ben rifatto) e tanti saluti. Ecco perché in Calabria è così raro il turismo culturale, di cui invece campano alla grande altrove, con un patrimonio storico manco metà della metà del nostro. Però quelli il loro lo conoscono, e noi il nostro no; e non facciamo niente a tal fine.

 Ecco dunque il mio parere sulla politica culturale della Regione Calabria. Quanto a università, licei, giornali e premi letterari, il loro approccio alla cultura in genere è il vuoto torricelliano; a parte i piagnistei retribuiti e l’antimafia segue cena.

 Ah, quasi quasi dimenticavo anche io, come se lo dimentica la Regione, lo spot di Muccino, del quale si bisbiglia da quattro mesi, e alla data odierna del 9 settembre non se ne sa un bel nulla. La Regione non ci comunica nulla a tale proposito; l’opposizione…

 Ahahahahahahahahahah! L’opposizione restituisce al centro(destra) il favore di quando la Regione era di centrosinistra, e il centro(destra) e Oliverio erano i migliori amici.

 Ora me ne vado a Bova per un convegno, del quale vi parlerò domani. Vado, per conto mio, invitato da amici; come i miei teatri sui Normanni e altri, con microfoni e pianole e fari prestati; e con il pubblico in preda all’emozione; prestati, perché se andassi a Germaneto a chiedere un contributo, a me l’usciere farebbe pagare un biglietto d’ingresso.

Ulderico Nisticò