Quello che è giusto, è giusto. Se un giornale attendibile come il Sole 24 ore riconosce i meriti della Regione Calabria circa i fondi europei – non entro nei dettagli – vuol dire che è vero; e, addirittura, la Calabria sarebbe la prima d’Italia per capacità di impegnare i soldi. Doveroso rendere merito al merito, in questo caso Oliverio.
Che significa, impegnare? Significa programmare, nelle grandi linee, la spesa, con interventi a vantaggio di precisi settori, secondo, immagino, le direttive europee e nazionali: una cifra X per questo, una cifra Y per quell’altro…
Se è così, la Calabria ha a disposizione non somme sulla carta, ma effettivi soldi; e con gli strumenti operativi per farne delle cose concrete.
Non è però la Regione a distribuire e spendere i soldi, magari a pioggia come un bel… bruttissimo di’, ma esattamente il contrario: sono i Comuni, gli Enti, e anche le associazioni e i privati, che li devono chiedere alla Regione, e nelle debite forme, e presentando progetti seri e ben documentati, e con finalità esattamente individuate.
Infatti, e qui è la spada di Damocle, se questi soldi non vengono effettivamente spesi entro la notte di San Silvestro, 31 dicembre 2018, l’Europa se li ripiglia senza la minima pietà e senza proroghe: e fa bene.
Perciò, a mio modesto avviso, è urgente:
- farsi venire delle idee intelligenti;
- metterle su carta in buona forma;
- ottenere i finanziamenti;
- spenderli senza esitazioni e senza furbate in pro del parente.
Chi scrive s’intende poco di agricoltura e miniere e fabbriche, ma abbastanza di cultura; e suggerisce pertanto a chiunque dei settori di intervento, tutti proficui a creare altra cultura, e, soprattutto, economia e lavoro:
- azioni di salvaguardia e recupero dell’immenso patrimonio archeologico e monumentale e storico e tradizionale della nostra terra, in gran parte trascurato quando non sconosciuto del tutto;
- ricognizione degli archivi pubblici e privati locali, nazionali, vaticani, europei e digitalizzazione dei documenti relativi alla Calabria, che sono innumerevoli più fuori che qui;
- edizione critica dei libri calabresi dei secoli passati;
- teatro e cinema di contenuto storico e culturale (possibilmente non pesanti come granito!), utilizzando la legge regionale finalizzata;
- contenuti regionali dei programmi scolastici, come del resto previsto da una legge nazionale ignota ai più;
- valorizzazione di eventi: quest’anno, Campanella, finora mai sentito nominare;
- varie ed eventuali.
Insomma, se i fondi torneranno indietro, stavolta non sarà colpa della Regione. Muovetevi!
Ulderico Nisticò