Referendum – Le Ragioni del Sì in un incontro a Montepaone


Fissato per il 5 novembre nella Sala Consiliare di Montepaone Lido alle ore 18:00, l’appuntamento con le Ragioni del Sì proiettate verso il referendum confermativo del 4 dicembre. Dopo i saluti e gli onori di casa del Sindaco di Montepaone Mario Migliarese, la discussione entrerà nel vivo con le relazioni del professore di diritto costituzionale Renato Rolli, e dei consiglieri regionali Arturo Bova e Antonio Scalzo. A moderare ed a scandire i tempi sarà il segretario PD di Montepaone Giuseppe Tuccio.

L’appuntamento nasce sotto l’egida del Comitato JES-Jonio ed Entroterra per il Sì, e del PD di Montepaone, convinti e uniti nel sostenere i meriti di una riforma che supera il bicameralismo perfetto, riduce il numero dei parlamentari, fissa un tetto alle indennità dei consiglieri regionali, abolisce il CNEL, riduce i conflitti Stato-Regioni, rende più efficiente e veloce il procedimento legislativo. Un incontro per togliere quel velo che offusca i chiari vantaggi della riforma che la contesa della campagna elettorale ha, con letture fuorvianti e pleonastiche, irragionevolmente steso.

Il fronte del no continua ad insistere sulla “bufala” della deriva autoritaria quando basta leggere la Costituzione nel nuovo testo per constatare che i poteri del Presidente del Consiglio non sono aumentati, né diminuiti. Rimangono, prosaicamente, tali e quali a quelli previsti dalla Carta del 1948.  Altra “bufala” è relativa alla limitazione della sovranità popolare in relazione all’elezione del nuovo Senato. Tra coloro che vi scrivono ci sono elettori che non hanno mai votato per il Senato poiché sotto i 25 anni, età prevista dall’attuale Costituzione per poter esercitare il diritto di elettorato attivo per il Senato. A livello nazionale si parla di circa 4 milioni di elettori. Ebbene, come può essere definita questa differenziazione sancita dalla Costituzione del ’48, riequilibrata invece dalla riforma costituzionale?

Questi e altri temi saranno approfonditi il 5 novembre, con la consapevolezza che coloro che decideranno di votare no optano per lo status quo, per un’Italia con 945 parlamentari (invece dei 730 previsti dalla riforma); per un’Italia che continua a finanziare un ente inutile come il CNEL (per abolirlo basta un semplice Sì). Chi vota no continua a preferire che in consiglieri regionali non abbiano nessun tetto alle proprie indennità (limite introdotto invece dalla riforma), e che non ci siano tempi certi per l’approvazione delle leggi.

Cambiamo l’Italia con Sì che fermi l’interminabile ping pong delle leggi tra Camera e Senato; un Sì che riequilibri i costi della spesa pubblica in modo tale che un siringa sia pagata al prezzo identico sia in un Ospedale del Nord che in quelli del Sud, riducendo così gli sprechi della Sanità; un Sì per tagliare le poltrone e mettere un tetto alle indennità e abolire gli enti inutili. Ecco perché dire Sì.

JES-Jonio ed Entroterra per il Sì

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