Una nota trasmissione della RAI nazionale affronta, domenica 12 gennaio, lo scandalo… il presunto scandalo delle commissioni comunali di Catanzaro. Dirò sempre “presunto”, e se non lo dico, fate finta che l’abbia detto: infatti, non ho soldi per pagarmi l’avvocato.
Alcuni presunti magliari, in veste di consiglieri comunali, in verità quasi tutti, si segnavano presenze in Consiglio, eccetera, e percepivano i relativi emolumenti. La notizia era uscita abbondantemente sulla stampa regionale… meno sulla RAI locale, sempre politicamente corretta. Intanto spunta che altri cinque consiglieri regionali sono condannati per “rimborsopoli”, totale mezzo milione di euro: mi sia consentito sputare loro negli occhi.
Ora lo scandalo dei consiglieri di Cz… il presunto scandalo rimbalza a livello nazionale. E il conduttore televisivo, come tutti quelli che parlano di Calabria, ha usato il solito tono di disprezzo. E subito si scatena il patriottismo calabro… sempre in ritardo; e sempre mosso da squallida superbia senza orgoglio.
Cos’è la superbia calabrese? È quell’atteggiamento fondato sul nulla, del tipo “qui fu la Magna Grecia”, settanta generazioni fa; o “qui sbarcò Ulisse”, mai; o “questa è la terra più bella del mondo”. Infantile furbata, tentare di coprire il presunto schifo di oggi con Ibico e Stesicoro… ammesso, e non concesso, che l’intellettuale calabrese medio li abbia mai sentiti nominare; e figuratevi Democede!
L’orgoglio, una virtù di cui in Calabria siamo scarsi, è tutt’altra merce: è quando un sindaco, letto che i consiglieri comunali sono accusati di mangia mangia, si fa portare le carte; le studia con l’aiuto di esperti; se scopre che i consiglieri sono colpevoli, si dimette e fa sciogliere il Consiglio; convoca una conferenza stampa per spubblicare tutti; e manda… no, reca con le sue mani le carte alla Procura; bene inteso, dopo averle fotocopiate, e facendosi rilasciare ricevuta. È chiara la differenza tra orgoglio e superbia?
L’orgoglio è quando un calabrese qualsiasi, appreso che la Calabria è la terzultima su 360 regioni d’Europa, non se la piglia con gli Spagnoli e i Borbone a somiglianza dei professori dell’UNICAL, o con Garibaldi alla Pino Aprile, ma con tutti i presidente di Regione dal 1970 in poi, e con tutti gli assessori, e con tutti i consiglieri… Ed è orgoglio quando non li vuole nemmeno sentire nominare, né loro né i loro nipoti e pronipoti, attuali candidati inclusi.
L’orgoglio è quando, sapendo della schifosa vicenda di Lorica (piste di neve chiuse per neve!), nasce l’idea di vedere i responsabili tutti non in una comoda galera, ma a spalare con le loro mani! E dietro un secondino come nei film su Sing Sing, armato di scudiscio e bramosia di usarlo per passatempo.
Dobbiamo smetterla, in Calabria, di difendere l’indifendibile; o di andare in cerca di scandali di Milano per fare come i gatti dopo la cacca, che la coprono. Serve coraggio sfacciato, e chiamare ladri i ladri: presunti, ovvio; serve che faccia le inchieste giornalistiche la Calabria, non le lasci fare agli altri. Altri, i quali non ci vogliono certamente bene.
Chi vuol bene, castiga!
Ulderico Nisticò