Dopo la frattura creata dal governo con il mondo della scuola, ci voleva il referendum Costituzionale per sollecitare Renzi e Boschi a tentare di recuperare credito presso alunni e docenti in tutta Italia.
La campagna referendaria procede senza esclusione di colpi da parte del Governo, che, autoinvestitosi di autorità costituente, con spiegamento inaudito di forze e di mezzi spedisce i suoi esponenti ovunque, non risparmiando ai cittadini un presenzialismo esasperato in ogni realtà territoriale in cui si inaugura finanche una palestra scolastica. Testimonial principali del governo, Renzi e Boschi.
Dove i rappresentanti istituzionali neocostituenti decidono di andare, vengono mobilitati studenti delle 5 classi con vari allettamenti o congiunture predisposte logisticamente atte a favorirne la partecipazione.
È il caso della circolare inviata agli istituti, dall’Ufficio scolastico regionale dell’Abruzzo in occasione della visita di Matteo Renzi, il 10 novembre all’inaugurazione del Festival delle Letterature a Pescara, con la quale si proponeva la possibilità agli studenti partecipanti di acquisire crediti formativi, ma è anche il caso di una scuola calabrese, che, approfittando di una uscita anticipata dovuta all’assemblea d’istituto, la cui conclusione rapida è stata sollecitata dalla Dirigente scolastica, ha visto una propria delegazione costituita da docenti, dirigente e una ventina di alunni delle quinte classi partecipare all’incontro con la ministra Boschi presso il teatro cittadino, ovviamente senza par condicio e contraddittorio.
Simultaneamente, sempre il 19 novembre, al termine del comizio tenuto al Cineteatro Don Bosco di Potenza, Renzi incontrava, sempre senza contraddittorio, una delegazione di studenti di scuole del capoluogo lucano, spiegando loro alcuni punti della riforma costituzionale cercando di persuaderli a partecipare al prossimo referendum del 4 dicembre.
Fa piuttosto pensare, a fronte del gran da farsi che si stanno dando alcuni dirigenti scolastici per accogliere le richieste di partecipazione studentesca a iniziative di parte governativa, il diniego di altri dirigenti di organizzare delle conferenze dibattito con entrambe le posizioni rivolte loro dai rappresentanti degli studenti per essere informati sui contenuti del referendum del 4 dicembre.
. Noi Partigiani della Scuola Pubblica auspichiamo che gli organi di vigilanza e di garanzia si attivino affinché facciano cessare al più presto la grave anomalia istituzionale che sta spaccando il Paese, che rende il voto dei cittadini non libero e non pienamente consapevole, tenuto conto del fatto che né la pubblicità istituzionale sulle reti televisive, né lo stesso quesito referendario fanno menzione dell’abrogazione dell’articolo 58 della Costituzione, previsto dalla Riforma che i cittadini saranno chiamati a votare il 4 dicembre, che comporta la rinuncia definitiva all’elezione diretta del senato.
PSP – Partigiani della Scuola Pubblica