Presentato “Viola contro tutti” di Enrico Ventrice e Francesco Frangipane


violacontrotuttiFrancesco Frangipane ha preso la parola per presentare il film documentario VIOLA CONTRO TUTTI alla realizzazione del quale ha collaborato per il testo e la regia con Enrico Ventrice, regista e autore.. Accanto a Frangipane l’autore del libro dal quale è tratto il film. Ventrice, invece, era assente per impegni di lavoro a New York. Così come era assente l’autore delle musiche, Michele Amadori. Eravamo in una sala del Palazzo Cusani nei pressi dell’Accademia di Brera: il pubblico era numeroso; molti i calabresi da Reggio e da Soverato. In quasi un’ora di proiezione Ventrice ha saputo raccontare la storia di una squadra di pallacanestro, nella quale è stata coinvolta l’intera città di Reggio: la passione sportiva di un giovane medico il dr. Viola fu stroncata da una morte prematura agli inizi degli anni ’70, ma il fratello gemello, il magistrato Giuseppe Viola non volle che si disperdesse quanto era stato già realizzato con il coinvolgimento dei giovani in una positiva esperienza di sano agonismo sportivo. Il presidente Viola riuscì a mobilitare intorno alla squadra il sostegno non solo di un pubblico sempre più appassionato, ma anche le forze economiche indispensabili per la crescita della squadra. Il film racconta i tre decenni della storia della Viola sullo sfondo dei fatti drammatici, talora tragici, che segnarono, nel’70-’71, la vicenda del contrasto con Catanzaro per la individuazione del capoluogo regionale. Si rivedono i cortei per le strade della città, gli scontri con la polizia, l’intervento dell’esercito, la violenta protesta contro le istituzioni, soprattutto la Regione, appena istituita. Quella vicenda si chiuse con il noto compromesso, ma la domenica nella quale la Viola giocò in casa la prima partita del campionato di serie A, la città fu scossa dall’omicidio del capo più potente della ‘drangheta cittadina. Ventrice riesce a rappresentare la stridente contraddizione tra il cadavere riverso in una pozza di sangue e il fragoroso entusiasmo dei tifosi per la squadra che portava il nome di Reggio agli allori dei successi sportivi in tutta Italia. Le interviste ai grandi giocatori americani e italiani, che ancora ricordano con grande nostalgia gli anni delle loro partite in riva allo Stretto, si alternano alle dichiarazioni del presidente Viola e degli imprenditori e dirigenti che raccontano il passaggio dallo scatolone al Palazzetto Pentimele, costruito in pochi mesi con una efficienza che a tutti apparve miracolosa. La crema della società reggina assunse la squadra come espressione di un modo positivo di vivere la “regginità” da contrapporre ai luoghi comuni di una città in mano alla ‘drangheta. Eppure quella storia esemplare di produttiva collaborazione tra la pallacanestro e appassionati imprenditori ebbe un epilogo doloroso: le nuove norme europee sui patrimoni delle società sportive imponevano la ristrutturazione della gestione societaria, alla quale i dirigenti erano preparati anche con la collaborazione dell’Amministrazione Provinciale. Ma questa prospettiva fu stravolta dall’ intervento della magistratura sulla base delle dichiarazioni di un pentito di mafia. Dopo pochi mesi la Viola fu dichiarata fallita con tutte le conseguenze di dissesto che ricaddero su quanti generosamente avevano sostenuto la squadra. Il film trasmette, dopo l’entusiasmo per i successi sportivi, lo sgomento per una vicenda giudiziaria non solo improvvisa ed improvvida, ma indizio anche di una malattia sociale, per la quale il sostegno entusiastico della squadra poteva apparire un rimedio, se non una cura. Lo sport, suggerisce il film, è un fatto sociale e subisce, inevitabilmente, l’influenza della società nella quale opera. Il pubblico ha applaudito a conclusione della proiezione e il film ha ricevuto immediatamente un premio da parte della organizzazione che ogni anno a Milano promuove il festival del film sportivo. Enrico Ventrice, Francesco Frangipane , Michele Amadori e Giorgia Rombolà, che ha svolto il ruolo di voce narrante, meritano le congratulazioni e il convinto plauso, insieme con l’augurio di più prestigiosi risultati nel loro lavoro.

Gerardo Pagano


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