Letteratura e arte. L’ affascinante connubio è stato sperimentato con successo dall’associazione “Altrove”, che giovedì scorso ha offerto al pubblico una serata all’insegna della cultura. Una location elegante e suggestiva, impreziosita dai quadri di Maria Patrizia Epifania, ha ospitato la presentazione dell’ultimo romanzo di Antonietta Vincenzo, “Sulla sponda del fiume” (Grafiche Gigliotti).
Dopo il saluto della presidente del circolo, Anna Cardamone, hanno conversato con l’autrice il critico Pasquale Allegro e Miriam Guzzi, docente di lettere e storia dell’arte. La lettura di alcuni brani particolarmente significativi è stata affidata alla voce di Antonella Mongiardo.
Pasquale Allegro si è soffermato sui contenuti e sul valore letterario dell’opera. In particolare, ha messo in risalto lo stile avvincente e la prosa “levigata” con cui Antonietta Vincenzo racconta la sua “verità sulle donne, scegliendo la quotidianità come evento straordinario, dosando risvolti e passaggi di scena con lieve suspense, incastrando gli uomini tra recriminazioni e slanci di amore assoluto, combinando popolare e culturale, canti leggeri e rigurgiti esistenzialisti”. Nel suo intervento, Miriam Guzzi ha sottolineato l’aspetto metaforico e psicologico del romanzo. “Si intrecciano, tra le pagine del romanzo- ha osservato Guzzi– le vite dei protagonisti legati da indissolubili affinità che, nella loro trama, si scoprono forti e fragili nello stesso tempo. Scopriamo Mario, Giovannella, Rosetta, Gigi, i nonni e un uomo di cui non si precisa il nome, al cui volto possiamo associare quello di qualcuno che ha fatto o fa parte della nostra vita, in modo marginale o meno, che per diverse sue personali ragioni, si è servito della nostra sensibilità per rafforzare la propria fragilità e sentirsi importante. Quell’uomo accompagna Titti lungo tutta la sua riflessione, quasi a significare che alcune presenze non smettono mai di restare con noi e, nel bene o nel male, ci accompagnano fino al raggiungimento di una consapevolezza che va oltre le trappole e i finti sentimenti, da cui spesso è difficile liberarsene”.
Con “La sponda del fiume” si conclude una trilogia che comprende anche Confiteor e Felicita. Si tratta di tre romanzi a sfondo storico che coprono, con le vicende narrate, tutto un secolo, il Novecento, con i suoi conflitti, i suoi cambiamenti, le sue ideologie.
“Sulla sponda del fiume” ha come protagoniste Titti e Giovannella. Titti, donna ribelle e anticonformista, mette sotto accusa i comportamenti delle persone a lei più vicine. Sulla sponda opposta, Giovannella donna molto bella, ma fondamentalmente vuota ed egocentrica, difende l’affetto morboso che la lega al suo gemello Gigi. Un rapporto conflittuale unisce e divide le due donne.
I personaggi del romanzo, delineati dalla Vincenzo con uno stile narrativo fortemente introspettivo, si muovono in un contesto sociale politico e culturale compreso tra il periodo post-bellico e i nostri giorni. La riforma agraria, l’esistenzialismo, la rivolta studentesca del 68 che fanno da sfondo al racconto, sono testimonianze e ricordi personali dell’autrice, che li ha vissuti in prima persona.
“Sulla sponda del fiume” ha partecipato a Il maggio dei libri 2016. L’ anno scorso, Antonietta Vincenzo è stata omaggiata con una targa d’argento dal maestro orafo Enzo Riverso, ambasciatore in Italia della migliore tradizione orafa calabrese e ospite d’onore in di numerosi programmi Rai, tra cui Oscar Tv 2015. Antonietta Vincenzo è naturalista e coautrice di tre libri di divulgazione scientifica.