Taglio del nastro ieri pomeriggio a Catanzaro per la “terapia del treno” ideata da Ivo Cilesi, tra i massimi esperti in terapie non farmacologiche. Si tratta di un progetto promosso dall’associazione “Ra.Gi.” rivolto innanzitutto a persone con demenze. La terapia sarà disponibile a titolo gratuito in appositi spazi dell’ex Umberto I concessi in via provvisoria e gratuita dall’amministrazione comunale. Un’iniziativa finanziata con l’8 per mille della Chiesa valdese con allestimenti messi a disposizione da Trenitalia per un’ambientazione che rievoca un’antica stazione e che dà centralità a uno scompartimento concepito come elemento scenico di un viaggio immaginario per rivivere ricordi ed emozioni.
Oltre a Cilesi, presenti all’inaugurazione l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro, Lea Concolino; la presidente della “Ra.Gi.”, Elena Sodano; il pastore della Chiesa valdese di Catanzaro e di Vincolise, Jens Hansen; il direttore regionale di Trenitalia, Domenico Scida; Giuseppe Apostoliti, presidente del Forum del terzo settore per Catanzaro e Soverato.
“La terapia del treno – spiega Ivo Cilesi – è una specificazione della terapia del viaggio che nasce pensando a uno scompartimento di un treno un po’ rétro inteso come contenitore affettivo in cui si attivano ricordi, emozioni, relazioni, ci si addormenta, ci si rilassa”. Un viaggio simulato con arredi, biglietti e proiezioni di immagini “che può diventare cura e che andando a influire sul comportamento aiuta a diminuire il ricorso ai farmaci di sedazione migliorando la qualità di vita”.
Una terapia complementare a quella farmacologica “pensata innanzitutto per persone con demenze al fine di stimolare la memoria affettivo-emozionale e per quanto possibile le capacità cognitive e che può essere estesa anche ad altri ambiti”, precisa Cilesi. “Ad esempio – aggiunge – al centro Ammonis di Salsomaggiore stiamo applicando la terapia del viaggio per bambini con autismo e lo stesso abbiamo fatto con persone che soffrono di depressione”.
“La terapia del viaggio – sottolinea ancora Cilesi – è nata nel 2009 da una mia idea che si è affermata in Italia, soprattutto in Lombardia, ma anche all’estero, come in Svizzera e in Francia”. “Si tratta di un’esperienza che in Calabria è unica”, avverte ancora l’esperto. Che poi osserva delle similitudini tra la terapia del viaggio e la “Terapia espressiva corporea integrata” applicata dalla Ra.Gi., la cosiddetta Teci, basata anch’essa sulla stimolazione della dimensione affettivo-emozionale del prendersi cura: “Tra i due approcci – afferma Cilesi – ci sono analogie e credo ci possano essere sono spazi di condivisione per questi due percorsi terapeutici. Più si creano sinergie oltre le barriere – conclude – e più opportunità diamo alle persone”.
“Esprimo gratitudine per chi a vario titolo ha creduto in questo progetto”, dichiara la presidente della “Ra.Gi.”, Elena Sodano. “L’inaugurazione della terapia del treno – aggiunge – rappresenta un altro tassello che si aggiunge alle iniziative che la Ra.Gi. porta avanti per affermare un approccio sociale e non farmacologico del prendersi cura rivolto alle persone con demenze”.
“Il metodo Teci e poi – prosegue Sodano – i “Dementia Cafè” per incontrare e informare le famiglie, i centri diurni di Catanzaro e Cicala, i progetti di inclusione sociale promossi a Catanzaro e a Cicala, e ancora la terapia della bambola ideata sempre da Cilesi e oggetto di un corso in programma oggi (19 ottobre) presso il nostro centro diurno di Catanzaro, sono l’esempio dell’impegno della Ra.Gi. per creare intorno alle persone con demenza una vita il più possibile normale e nel segno dell’umanità”.